I lavori al basolato fra consensi e polemiche

Le rigide prescrizioni della Soprintendenza. Le opere costeranno 423.551 euro

“Sotto l’asfalto le nostre radici”. Venticinque anni fa un gruppo di ragazze e ragazzi del Centro di Interesse giovanile, guidati da Enzo Del Coco, con la consulenza storico-artistica di Vincenza Fortuzzi,  diede questo titolo alla prima manifestazione della serie “Memoria storica”. Il chiaro riferimento era ai basoli che uno strato di bitume, fatto stendere dal Sindaco Giovanni Fedele per questioni igieniche, aveva nascosto per decenni.
I lavori di “sistemazione del basolato” in corso in alcune strade del centro storico di Galatina mirano proprio a riportare alla luce originale quelle “radici”. “Si svolgono sotto lo stretto controllo della Soprintendenza –spiega Alberto De Pascalis, ingegnere incaricato della Direzione dei Lavori- ed è la prima volta che ciò avviene per interventi sul basolato”.
L’importo dell’appalto è di 423551,65 e la ditta esecutrice è la Edilanchora srl di Coriglliano d’Otranto.
Una delle prescrizioni della Soprintendenza è che devono essere usate le stesse pietre che vengono rimosse (“auspicabile il ricorso alla catalogazione dei pezzi da rimuovere anche al fine della ricollocazione”) “previa lavorazione superficiale con bocciardatura a martellina”.
“Purtroppo, per lo più,  non stiamo trovando basoli ma pietre irregolari –dice Alessio Anchora, geometra ed amministratore dell’Edilanchora. In via Del Balzo e in vico del Monte, ad esempio, sono stati passati troppi sottoservizi (fognatura, acqua, luce, telefono, ndr) e i basoli smontati e rimontati più volte si sono danneggiati perdendo la loro forma originale a tronco di piramide. Stiamo usando anche alcuni pezzi conservati nel deposito comunale pulendoli dalle malte e dall’asfalto. Si tratta di un lavoraccio ma lo stiamo facendo. Diversa è la situazione in via Vittorio Emanuele II dove il basolo ti dà gusto e piacere a lavorarlo”.
Qualche polemica ha suscitato l’eccessiva larghezza data, secondo alcuni, alle fughe ed il materiale usato fra i giunti (la prescrizione originale era “a secco e senza alcun legante”) oltre alle scheggie di pietra usate per riempire alcuni vuoti fra i basoli.
“In seguito ad una serie di riunioni e con l’ausilio del testo “Arte e lavoro” di Andrea Mantovano –chiarisce Daniele Grappa, geometra comunale, Responsabile Unico del Procedimento- abbiamo concordato con la Soprintendenza l’uso di una miscela di calce spenta, legante pozzolanico e sabbia. Chi è preoccupato che le acque piovane dilavino la sabbia può, dunque, stare tranquillo. I basoli usurati in modo anomalo e non perfettamente squadrati purtroppo lasciano dei vuoti ma gli eventuali piccoli pezzi di pietra inseriti come riempimento posso assicurare che verranno eliminati".
I lavori dovranno essere completati entro il 10 dicembre di quest’anno.

Venerdì, 21 Ottobre, 2016 - 00:07

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