I danni di una pastorale chiusa e refrattaria al mondo

Gestire la Misericordia è difficile. È più semplice vivere in una Chiesa fatta di incarichi, di onorificenze e carriere! Nel vortice di una società dai mille volti la storia costruisce e travolge. Le nuove generazioni ci propinano professionisti del "sacro" come irrequieti innovatori profetici spesso sprovveduti. Ci mostrano come importanti le apparenze burocratiche quando in realtà sono solo il velo di un fantasma che vaga nel buio.
A noi spetta l'arduo ma non impossibile compito di creare ponti. Dobbiamo necessariamente riportare al suo aspetto essenziale e primordiale il valore della CARITÀ' e testimoniare una Chiesa (la Chiesa di Dio) che supera i confini, travalica le trincee e penetra nel cuore di ogni uomo. Dinanzi all'astensione collettiva ogni colletto bianco dovrebbe chiedere a sè stesso il "perché " e piuttosto che denunciare il fatto, esaminare la propria realtà che il più delle volte è il risultato di una pastorale chiusa e refrattaria al mondo, anche quello cristiano, in continua evoluzione.
Tutti siamo chiamati a mostrare il volto Misericordioso di Cristo ma è indispensabile che il nostro fratello bisognoso di misericordia dimostri volontà e pentimento. Questo vale per i preti tanto quanto per noi laici.
Cos'è l'anno della Misericordia indetto dal Santo Padre Francesco? Aspettiamo il prossimo otto dicembre per capirlo?

Lunedì, 13 Luglio, 2015 - 00:04