"I complimenti ve li meritate, ma vale la pena festeggiare?"

Quando la superiorità di qualcuno viene sopraffatta da tutto il resto che non va

Egregio Direttore, carissimo Dino, avendo letto con immenso interesse il tuo dubbio, stuzzicato dalla foto che ti ha inviato l'interista di cui hai parlato e con cui sicuramente continuerete goliardicamente a punzecchiarvi, ci ho riflettuto. Non ero a Galatina il pomeriggio di domenica scorsa (non so quindi in quanti hanno festeggiato) in cui sul campo si è assegnato lo scudetto premio del campionato di calcio italiano di serie A, ma ero a Gallipoli a passeggiare sul corso principale godendomi una piacevole aria frizzantina riscaldata da un sole quasi primaverile e gustando un fresco cono alla nocciola.
Il trofeo quest'anno è andato alla Juventus, tua squadra del cuore, compagine che sicuramente rimarrà nella storia per i 102 punti raggiunti nella competizione, traguardo mai raggiunto da nessun team europeo in un torneo come il nostro, ma non solo, anche le 19 vittorie su 19 partite giocate nel proprio stadio sono altrettanto degne di merito e di complimenti. E li faccio alla Juventus anche se amaramente. Ma amaramente non per invidia o gelosia ma semplicemente perchè ho un dubbio.
Il dubbio che forse questo scudetto e, purtroppo, i prossimi che verranno sono ormai pieni di troppa violenza e di episodi che non hanno niente a che vedere con lo sport che viene praticato per passione e per puro spirito agonistico. 'Genny a carogna è vero è il frutto avvelenato della stupidità'  hai ragione, ma "abbiamo" dovuto chiedere a lui il "permesso" per poter giocare una partita senza che il tutto andasse a rotoli. O le continue immagini di scontri tra tifoserie, paragonabili agli incidenti che avvegono in Paesi in cui la guerriglia è all'ordine del giorno per ben altri problemi, a volte anche per guadagnarsi diritti basilari del vivere comune. Noi no, facciamo la guerriglia perchè "non riusciamo a dire all'avversario sei stato più bravo di me?". MI VERGOGNO!
A scriverti è uno che in realtà è appassionato di sport in generale e che il calcio non lo segue più proprio da quando lo scandalo di calciopoli ha segnato un'altra pagina della storia, esattamente come quella odierna. E non perchè i protagonisti fossero bianco-neri.
Negli anni molte altre squadre hanno avuto inchieste e punizioni per reati più o meno gravi, qualsiasi sia il colore delle maglie. Troppe variabili si mettono in gioco quando un arbitro fischia l'inizio di un match che vede contrapporsi 22 giocatori in campo, a giocare non sono solo loro, è questo l'assurdo a cui siamo arrivati. Ormai nel calcio, mi duole dirlo, ma a farla da padrone è il giro di soldi che c'è dietro, non è più agonismo e voglia di divertirsi, allora forse il festeggiare la vittoria di un trofeo perde anche di emotività e di soddisfazione personale. E come al solito a farne le spese siamo tutti noi che per andare allo stadio dobbiamo subire controlli come se stessimo per compiere chissà quale attentato.
Un domani non so se mai porterò mio figlio a vedere come è fatto uno stadio, anzi mi devo correggere, sono sicuro che non lo porterò. La nostra destinazione sarà sicuramente un palazzetto in cui ad affrontarsi sono squadre analogamente della massima serie ma che giocano a pallavolo, ad esempio, in cui a fine gara hai la possibilità di entrare in campo a chiacchierare con i giocatori chiedere loro autografi e fare assieme una foto ricordo. Personaggi che non amano mettersi in mostra e che vivono spesso le nostre stesse difficoltà e i nostri stessi tenori di vita, personaggi che avrei piacere piacere portare come esempio a qualunque giovane affermasse di amare lo sport, quello fatto in palestra e nei campi da gioco e non quello fatto nelle stanze dei bottoni o peggio ancora quello fatto "per strada".
Il nostro Assessore allo Sport proprio in occasione delle giornate appena trascorse ha affermato che "chi fa sport rispetta le regole e impara a vivere meglio", sono d'accordo con lui, ma non con il sistema. E' questo il mio dubbio che credo di essere riuscito a risolvere non seguendo più il calcio come una volta.
E' vero alle vittorie ci si abitua, spero, però, non ti illuda che possa essere sempre così. Continuo a stuzzicarti visto che non ricordo i tuoi complimenti negli anni dal 2005 al 2010 in cui per 5 anni consecutivi il risultato del campionato è stato diverso, culminando nell'ultimo con la storica tripletta. Ma questa è ben poca cosa rispetto al dubbio che continua a rimbalzarmi in testa!

Caro Salvatore, come ben sai, ho sempre sostenuto tutte le squadre italiane quando hanno giocato in Europa. Sono juventino ma non sono 'anti-interista', come purtroppo accade alla maggior parte dei tifosi nerazzurri riguardo alla Juventus. Condivido in pieno le tue considerazioni sul calcio. Gli sport (erroneamente definiti) minori sono quelli a cui Andrea Coccioli alludeva. Galatina.it continuerà sempre a sostenerli.
Comunque, nel prossimo campionato di calcio di serie A, cercate di impegnarvi un po' di più. Non c'è gusto a non avere avversari. (d.v.)

Martedì, 20 Maggio, 2014 - 00:06