I bambini? Tutti uguali come tante goccioline

L'elaborato vincitore del Concorso di Casamica
I bambini tutti uguali di Enrico

Molti alunni e docenti della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina hanno preso a cuore il Concorso promosso da CASAMICA (Associazione di Volontariato e promozione sociale di Galatina) sul tema “Come sarebbe la mia giornata di giochi vissuta col mio amico Disabile?”.Per poter partecipare gli alunni hanno realizzato una serie di disegni e scritto brevi riflessioni pensando a una loro giornata di giochi con un amico ‘speciale’, vissuta o immaginata.
E’ proprio vero che i bambini insegnano. Enrico, che ha condiviso vari momenti della sua giornata con un amico ‘speciale’, nel suo disegno scrive “I bambini sono tutti uguali come tante goccioline. Anche i bambini disabili sono uguali a noi, non hanno niente di diverso! Dobbiamo aiutarci a vicenda, per formare insieme il fiume della vita che scorrerà per sempre. Io nella mia esperienza, ho insegnato a lui e lui ha insegnato a me con il cuore ”.

Luigi Paglialonga, uno studente della scuola Secondaria di Noha, ha ricevuto il 28 novembre 2012, una Borsa di studio da Casamica (Associazione di Volontariato e promozione sociale di Galatina), producendo un elaborato dal titolo “Come sarebbe la mia giornata di giochi vissuta col mio amico disabile” con la seguente motivazione: “La commissione ha apprezzato dell’elaborato in modo particolare l’esperienza di vita, la semplicità del linguaggio legato alla quotidianità di una giornata di vita vissuta con un compagno diverso.”

 

 L'elaborato di Luigi Paglialonga
Io conosco un ragazzo portatore di handicap. E’ un ragazzo che sta su una carrozzina. Un pomeriggio, sul tardi, l’ho incontrato per strada e siccome nel mio paese ci sono molti ostacoli per chi sta su una sedia a rotelle, mi sono proposto di aiutarlo. Siamo andati insieme in rosticceria e dopo aver mangiato qualcosa, siamo andati all’oratorio dove abbiamo giocato a dama. Successivamente mi hanno raccontato che è appassionato di calcio, così siamo andati insieme al campo sportivo e abbiamo guardato la partita. Lui ha tifato come se stesse giocando la sua squadra del cuore di serie A e i suoi occhi brillavano come stelle. In quel momento ho provato dispiacere perché lui non poteva giocare. Così, dopo la partita, sono entrato in campo e gli ho passato la palla per fargliela colpire con la testa. Si è divertito tantissimo e a fine serata mi ha salutato e ringraziato con le lacrime agli occhi. Io mi sono commosso e ho ringraziato lui perché mi ha fatto capire che siamo tutti uguali.

 

 Addolorata Vantaggiato, Docente referente del giornale dell'Istituto Comprensivo POLO 2 - Galatina

 

Sabato, 12 Gennaio, 2013 - 00:05