"Grazie, maresciallo!" Dopo aver minacciato il suicidio si arrende al suo salvatore
“Non faccio più niente, grazie grazie maresciallo!” Quando S. M. si è visto bloccato a terra, stretto nella morsa delle braccia del maresciallo Osvaldo Leo, dei Carabinieri di Galatina, ha capito che l’incubo era finito ed ha voluto ringraziare il suo salvatore. Erano le ore 15:55 e dalle ore 13 di ieri il sessantaseienne, ufficiale in pensione della Marina Militare, teneva con il fiato sospeso i suoi congiunti, gli amici, i vicini di casa perché minacciava di farla finita buttandosi giù dal terrazzo della sua casa, una palazzina ad un piano alla periferia est della città. Per far capire che faceva sul serio più volte, mentre nella zona giungevano i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, l’ambulanza del 118 del “Santa Caterina Novella” e i Vigili Urbani, si era seduto sul cornicione e per qualche minuto aveva anche mostrato un cappio al collo.
Per quasi tre ore alcuni vicini di casa a cui S. M. è particolarmente legato e il maresciallo Leo avevano tentato di farlo desistere dal suo gesto.
Gli uomini dell’Arma, ad un certo punto, erano riusciti anche a salire sul terrazzo ma, scoperti, avevano dovuto desistere dal loro tentativo per non rischiare che il pensionaro facesse qualche gesto irreparabile.
Ad un certo punto S. M. ha preteso che venissero allontanati tutti i mezzi di soccorso e tutti i curiosi che intanto si andavano radunando intorno alla casa. È stato accontentato ma è tornato a sedersi sul cornicione.
“Per me questa è una vergogna –ha urlato- ma non ho altri strumenti”. Poi si è sentito l'avverbio “reiteratamente”, termine aulico, chiaro segno di una formazione scolastica superiore. Per tutto il tempo l’ex-ufficiale si è sempre espresso in perfetto italiano.
Lo svolta si è avuta quando, dopo un consulto fra le Forze dell’ordine, è stato chiesto alla compagna di S.M. di uscire sulla veranda che è posta sul retro della casa e cercare di parlare con lui. La sua reazione è stata subito di rabbia ma poi il colloquio è andato avanti per qualche minuto e ha catturato tutta la sua attenzione. Sono stati attimi importanti che hanno consentito al maresciallo Leo di scavalcare il parapetto sul davanti e afferrare saldamente alle spalle l’uomo. A chi ha assistito dalla strada è sembrata una scena da film. Il sottufficiale dell’Arma è arrivato fulmineamente ed ha posto il braccio destro intorno al collo di S. M. trascinandolo a terra ed immobilizzandolo. A quel punto è intervenuto anche il capitano Michele Maselli, comandante della Compagnia di Gallipoli, e tutti gli altri uomini delle Forze dell’ordine.
Sono stati fatti, poi, salire i sanitari del 118 mentre i Vigili del Fuoco piazzavano la loro piattaforma aerea. Non c’è stato, però, bisogno di usarla perché S. M. è rientrato a casa usando la scala a pioli dei suoi soccorritori.
“L’ho visto tranquillo –ha detto il Sindaco Cosimo Montagna che ha voluto subito incontrarlo- è certamente una persona che sta vivendo un disagio ma il peggio sembra essere passato”.
Alle ore 16:36, mentre i suoi amici in lacrime di gioia si abbracciavano sulla strada, S.M. è salito spontaneamente sull’ambulanza ed è stato trasportato all’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Il medici che lo hanno visitato, lo hanno trovato lucido e calmo e perciò hanno deciso di dimetterlo.
“È una persona pacifica e generosa –dice un suo vicino di casa- non so cosa possa essere accaduto”. Nessuno se lo spiega. I motivi del gesto sono con ogni probabilità strettamente privati.
S. M. vive a Galatina dal 2006 ma è originario di un paese della provincia di Taranto.
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