Gli autoriparatori di Confartigianato contro i provvedimenti del Governo sulle assicurazioni auto
Non accettiamo di essere messi fuori mercato in nome di una presunta riduzione delle tariffe RC Auto e di una finta liberalizzazione, la liberalizzazione è tutt’altro. È quanto sostengono i carrozzieri di Confartigianato della provincia di Lecce, che hanno deciso di aggregarsi alla mobilitazione delle imprese e hanno deciso di anticipare la manifestazione già indetta per il 29 gennaio nella Capitale al 15 gennaio. I carrozzieri di Confartigianato della provincia di Lecce – che rappresentano la maggioranza delle circa 400 carrozzerie operanti sul mercato – contestano la misura, contenuta nel “pacchetto” di norme sulla riforma dell’RC Auto varata la scorsa settimana dal Governo, che renderebbe nei fatti obbligatoria la “forma specifica” nel risarcimento dei danni dei veicoli incidentati, che sarebbe in pratica, far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle carrozzerie convenzionate con le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime.
In questo modo si rischia di far chiudere migliaia di carrozzerie indipendenti e centinaia della provincia di Lecce, che non operano in convenzione con le assicurazioni. Questa norma è l’esatto contrario delle liberalizzazioni e di quello che vorrebbero far pensare, le assicurazioni perché, nei fatti, si indirizza tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie convenzionate, alle quali le Assicurazioni impongono condizioni contrattuali-capestro che le costringe a lavorare sotto costo, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione. Un ora di lavoro in una carrozzeria che assolve a tutte le regole di legge, che paga le tasse, non assume a nero e opera in qualità e sicurezza, anche ambientale, costa molto di più (vedi studi di settore) di quanto viene accordato alle carrozzerie fiduciarie. Le compagnie e le istituzioni, dovrebbero provare a immaginare dove potrebbero arrivare queste ultime per sbarcare il lunario.
È singolare che proprio nelle misure indicate dal Governo per abbassare i costi a carico delle Pmi, si nasconda un meccanismo che mette fuori mercato migliaia di piccole imprese. Con questo provvedimento si va in direzione opposta rispetto alla libera concorrenza nel settore e senza che ciò permetta di realizzare il tanto auspicato calo delle tariffe RC Auto. Oltretutto, è importante sottolineare che questo provvedimento penalizza fortemente anche gli automobilisti che non potrebbero più esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia. Bisogna comunque ricordare che resta nelle facoltà del cliente se sottoscrivere o meno la clausola del contratto assicurativo che, a fronte di uno sconto irrisorio (10-15-20 Euro) sulla polizza, lo obbligherebbe poi a rivolgersi esclusivamente elle carrozzerie convenzionate, impedendogli di decidere personalmente, quando, dove e come, far riparare la propria auto danneggiata.
Liberalizzare significa ampliare l’offerta sul mercato, creare più possibilità di scelta per tutti i contribuenti, mentre il provvedimento varato dal Governo innalzerebbe un cartello di concorrenza sleale e metterebbe fuori gioco migliaia di carrozzerie che hanno individuato nella propria indipendenza imprenditoriale la scelta strategica di mercato.
Inoltre, la norma crea un grave e palese conflitto di interesse in cui ricadono le Assicurazioni che, per legge, sono obbligate a risarcire il danno e non ad occuparsi direttamente della riparazione fornendo a volte anche i ricambi, sarebbe come portarsi una bistecca al ristorante e chiedere di cuocerla.
Nel pacchetto di riforme proposte dal ministero dello Sviluppo economico e che noi contestiamo. C’è anche l’invalidazione della cessione del credito: in pratica, se passasse questa misura, l’automobilista danneggiato non potrebbe più scegliere di lasciare il credito di risarcimento assicurativo al proprio carrozziere affinché quest’ultimo possa effettuare la riparazione in tempi congrui e certi. Le compagnie di assicurazione vorrebbero abbassare i tempi per la richiesta di risarcimento danni, oggi fissati a 24 mesi, con conseguente limitazioni all’utente finale.
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