Giovanni Stendardo premiato panettiere galatinese

L'abbraccio commosso di una nipote ad un nonno indimenticabile

Gentile Dottor Valente, da tempo desideravo scrivere alla redazione di Galatina.it per manifestare il mio apprezzamento per il servizio da Voi svolto, particolarmente utile per chi, come me, vive lontano dalla nostra bella cittadina. A spingermi a farlo è stata una gradita sorpresa: trovare, nella rubrica “Radici”, e precisamente nell’eccellente resoconto del Prof. Congedo “Le lunghe traversie del pane oggi buono a Galatina”, un preciso quanto lusinghiero riferimento al mio caro nonno materno, Giovanni Stendardo, di cui si riporta che nel 1935 ricevette un premio per la qualità del proprio lavoro.
Leggere di questo evento ha scatenato in me un ossimoro dei sentimenti: alla gioia incredula di leggere il nome del nonno,  protagonista di un evento di cui sapevo poco o nulla, si è unito il pungente dolore causato dal non poter condividere questa lettura con mia madre, morta ormai da dieci anni.
Vivo poi il ricordo delle lacrime di mia nonna, che era sempre rimasta fedele ad un marito onesto, leale, generoso, purtroppo scomparso prematuramente. Storia di persone semplici, che amavano il proprio lavoro e che nelle proprie virtù sapevano trovare la loro ricchezza.
In questa Italia in cui  imperversa con disinvoltura troppa furbizia, vale la pena ricordare storie come questa. “Il nostro passato ci segue tutt’intero, in ogni momento” ha scritto Henri Bergson: un dovere per noi far rivivere un’eredità caratterizzata da una sfera di valori su cui impostare il proprio lavoro.
Con gratitudine.
Gentile Dolores, in redazione abbiamo letto con molta attenzione la Sua lettera ed abbiamo riflettuto con commozione sulle Sue corroboranti parole. Siamo noi a doverLa ringraziare e lo facciamo con la promessa di un sempre maggiore impegno. Cari saluti. (d.v.)

Mercoledì, 13 Febbraio, 2013 - 00:05