Gallipoli, un castello a misura di non vedente

Cultura, accessibilità, inclusione sono le tre parole chiave del percorso di valorizzazione del Castello di Gallipoli, avviato dal 2014 dall’Agenzia di Comunicazione Orione, con la direzione generale di Luigi Orione Amato e la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari. La realizzazione (primo Castello in Puglia) di un'audioguida in italiano e inglese dedicata al Castello e alla mostra #Selfati, ospitata quest'estate, è stato il primo passo verso un percorso di visita inclusivo. Grazie al progetto "In my eyes" l'antico maniero si è inoltre dotato di mappe tattili e guide in braille. L’Istituto Tecnico Amerigo Vespucci del comune jonico, in rete con Orione e l'associazione di promozione sociale Poiesis, che si impegna per l'accessibilità della cultura e l'integrazione sociale, ha avviato un percorso di alternanza scuola lavoro per sensibilizzare gli studenti e il territorio sulle tematiche connesse all’inclusione culturale, attraverso il superamento delle barriere architettoniche e sociali. Gli studenti e le studentesse dell'indirizzo economico settore turismo dell'istituto, guidati da Davide Dongiovanni, esperto di braille e  attivista per i diritti dei non vedenti, dopo lezioni teoriche e pratiche, hanno realizzato infatti una mappa tattile dell'antico maniero e una guida in braille. L’obiettivo del progetto è quello di creare nuovi servizi culturali accessibili a tutti, ponendo particolare attenzione - in questa prima fase - alla disabilità visiva. L’idea nasce dalla constatazione di un vuoto presente sul territorio, che, nonostante la sua vocazione turistica ormai consolidata, presenta fortissime carenze sia in termini di accessibilità fisica che culturale: quasi sempre monumenti, musei, opere d’arte, ma anche strutture ricettive, balneari e ristoranti, non sono in grado di consentire una fruizione "universale" dei propri servizi. "In my Eyes: guida al castello" ha vinto anche il premio "Storie di Alternanza” promosso dalla Camera di commercio di Lecce.
"In poco più di 3 anni abbiamo ospitato oltre 160mila visitatori, e giorno dopo giorno, cerchiamo di arricchire questo antico maniero di strumenti utili all'accessibilità e all’inclusione, in attesa di poter abbattere le barriere architettoniche, progetto già presentato ma purtroppo non ancora finanziato", sottolinea Luigi Orione Amato. "Crediamo fortemente nella funzione sociale dell’arte e nelle azioni che favoriscono la diffusione e l’avvicinamento del vasto pubblico i linguaggi dell’arte contemporanea, alle sue forme di espressione e alla cultura in generale. I visitatori ormai non vogliono più consumare silenziosamente l’arte ma desiderano piuttosto esserne parte. Ed è per questo che quest’anno abbiamo pensato a #Selfati,  la prima mostra italiana dedicata interamente al selfie, nella quale il visitatore è coinvolto sin da subito, fruendo le opere d’arte attraverso linguaggi più pop e meno accademici; il selfie, in questa mostra, diventa il nostro mezzo per avvicinare l’arte alla vita quotidiana, attraverso la dimensione della rappresentazione e della condivisione dell’immagine". Aperta sino all'11 novembre, la mostra culmina nell'imponente sala ennagonale in cui è esposta la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto, simbolo dell’Arte Povera e icona della cultura di consumo contemporanea e, per la prima volta, si possono ammirare i “SelfieAdArte” della giornalista e art influencer Clelia Patella.
"Il diritto al sapere è un bisogno strutturale, una necessità collettiva che richiede accessibilità a luoghi di cultura che devono trasformarsi in risorse aperte a tutti e a tutte le età. La valorizzazione dei luoghi culturali avvicina le persone a condizioni culturali permanenti che valicano l’episodicità delle mostre", precisa Raffaela Zizzari. "È per questo che lavoriamo ogni giorno, coniugando sempre l’estetica all’etica, trasformando luoghi “belli ma chiusi” in luoghi “vivi” con un’anima dimostrando che con grande fatica ma soprattutto sacrificio la cultura produce sempre risultati sorprendenti, risultati sociali ma anche economici. Bisogna smetterla con questa “cultura collettoria”, buona solo a sciacquarsi la bocca, come la definisce Bergonzoni, bisogna sporcarsi le mani per raggiungere un risultato tangibile", prosegue. "Nel settembra 2015 la performance del Terzo paradiso dell'artista Michelangelo Pistoletto nel celebre lido Samsara di Gallipoli, ha contaminato il popolo del divertimento che, incuriosito, ha poi visitato la mostra del Maestro allestita quell'estate al Castello. Infine la volontà di donare un'opera così importate come il Terzo paradiso alla Città di Gallipoli ricalca proprio questo percorso: la contaminazione è la vera funzione dell’arte, una funzione sociale, educativa, inclusiva e quindi evolutiva".
Prodotta da Orione Comunicazione, in collaborazione con Università del Salento e con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Gallipoli e La Sapienza di Roma, la mostra #Selfati racconta il fenomeno selfie non solo come gesto quotidiano ma soprattutto come elemento in grado di raccontare se stessi, una nuova modalità espressiva della “cultura popolare". L'allestimento propone, oltre a SelfieAdArte e alla Venere degli Stracci, la Selfie Timeline (con la storia dell’autoritratto dallo sciamano della Grotta dei Cervi sino a Marina Abramovic passando per Raffaello, Leonardo, Caravaggio, Van Gogh, Warhol), sorprendenti opere site specific come la mirror tower (un labirinto di specchi), la stravagante optical room curata e interpretata da Francesco Ferreri aka Chekos'art, e luminarie di “Salento style”, fino all’exibit dove ogni visitatore diventerà autore di un'opera collettiva partecipandovi e vivendola. La piazza d'armi ospita le “sedute d’autore” Nemo di Fabio Novembre per Driade.

Martedì, 17 Luglio, 2018 - 00:05

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