A Galatina le ragioni del No al referendum

Oggi alle ore 18 al Palazzo della Cultura di Galatina Rifondazione Comunista organizza un incontro per approfondire ed analizzare le ragioni per votare No al prossimo referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre. Saranno analizzati grazie all'intervento del prof. Fabio De Nardis, sociologo, e Gaetano Bucci, costituzionalista, tutti gli aspetti di una riforma che toglie voce agli elettori ed ai territori. Spiegheremo che voteremo No ed invitiamo a votare No i cittadini perché non vogliamo contare di meno, non vogliamo meno democrazia, non vogliamo dare mano libera a questo, come a qualunque altro governo, di sovvertire le regole democratiche fissate egregiamente nella nostra Costituzione.
Questa riforma non abolisce il Senato: che continuerà a fare le leggi seguendo numerosi e tortuosi percorsi. Quella che viene abolita è la sua elezione democratica diretta: il Senato farà la fine delle attuali provincie, che esistono ancora, spendono denaro pubblico, ma sono in mano ad un personale nominato dalla politica, e non eletto dal popolo.
Questa riforma consentirà a una maggioranza gonfiata in modo truffaldino dalla legge elettorale, su cui il governo Renzi ha chiesto per ben tre volte la fiducia, di scegliersi il Presidente della Repubblica e di condizionare la composizione della Corte Costituzionale e del CSM.
Questa riforma attua in modo servile le indicazioni esplicite della più importante banca d’affari americana, la JP Morgan, che in un documento del 2013 ha scritto che l’Italia avrebbe dovuto liberarsi di alcuni ‘problemi’ dovuti al fatto che la sua Costituzione è troppo «socialista». Quei ‘problemi’ sono – nelle parole di JP Morgan –: «governi deboli; stati centrali deboli rispetto alle regioni; tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori; il diritto di protestare se cambiamenti sgraditi arrivano a turbare lo status quo».
C'è un forte nesso tra la riforma e le Grandi Opere inutili e devastanti: il nuovo Titolo V della Carta è scritto per eliminare ogni competenza delle Regioni in fatto di porti, aeroporti, autostrade e infrastrutture per l’energia di interesse nazionale: e spetta ai governi stabilire quali lo siano.
Così il disegno si chiarisce perfettamente: lo scopo ultimo della riforma è umiliare e depotenziare la partecipazione democratica. Sarà il Presidente del Consiglio e il suo Governo, quali che essi siano oggi e domani, a decidere dove fare un inceneritore o un aeroporto, autorizzare impianti come la Tap, le trivellazioni nel nostro mare, Tempa Rossa, senza possibilità di appello.
Dire no a questa svolta oligarchica è il primo passo per costruire un futuro diverso.

Domenica, 16 Ottobre, 2016 - 00:05