A Galatina e Otranto il congresso nazionale sugli accessi vascolari

Per tre giorni sull'Ospedale Galatina ruoteranno le attenzioni della Nefrologia Nazionale. Dall'8 al 10 novembre, infatti, si svolgerà il IV Congresso del Gruppo di studio degli Accessi Vascolari della Società Italiana di Nefrologia. La sede del congresso sarà l'Hotel Basiliani di Otranto. "L'Accesso Vascolare – ci spiega il dottor Marcello Napoli, Direttore del reparto di Nefrologia del "Santa Caterina Novella" – è un apparato che permette di prelevare dal paziente emodializzato in media 60-70 litri di sangue in poco più di 3 ore. In natura non esiste un apparato simile e pertanto l'Accesso Vascolare viene creato artificialmente. (Per semplificare, gli accessi vascolari si distinguono in protesi naturali, che utilizzano gli stessi vasi del paziente, e protesi artificiali che prevedono l'introduzione permanente di tubicini in plastica nelle vene.)
Negli ultimi tempi, l'invecchiamento della popolazione generale, l'usura dell'apparato venoso dell'avambraccio per colpa di terapie endovenose e prelievi, la lunga sopravvivenza in dialisi, con conseguente invecchiamento degli accessi vascolari stessi, ne ha amplificato le complicanze. Basti pensare che circa 1/3 dei ricoveri in Nefrologia è legato a patologie dell'accesso vascolare".
L'evento, che ha una cadenza biennale, dopo Imperia, Roma e Milano, quest'anno sbarca al sud richiamando nella Terra d'Otranto studiosi e medici di ogni parte d'Italia, tra i quali il Presidente della Società Italiana di Nefrologia.
"La scelta del Centro di Galatina – ci confida il Dr. Napoli - come organizzatore dell'evento ci intimorisce per il gravoso impegno, ma nello stesso tempo ci lusinga nella speranza che sia un riconoscimento del lavoro svolto negli anni sia in ambito scientifico che clinico da tutta la nefrologia salentina".
Perché ci parla di protesi naturali ed artificiali, o meglio quando si sceglie l'una o l'altra?
La "Le protesi naturali sono le migliori, perché hanno minori complicanze e garantiscono una maggior sopravvivenza. Tutti gli studi epidemiologici hanno confermato che un pt che ha una protesi artificiale ha un rischio di morte maggiore del 50% rispetto ad un pt che ha una protesi naturale".
Perché non fate protesi naturali a tutti?
"Perché per fare una protesi naturale è necessario che il patrimonio vascolare dell'avambraccio e del braccio sia in buone condizioni, e non sempre è cosi, sia per motivazioni congenite sia per malattie, quali il diabete o le malattie vascolari. Per cui le protesi artificiali, pur se in seconda istanza, sono l'unico sistema che permette la sopravvivenza del paziente".
Che raccomandazione per la popolazione generale?
"Le raccomandazioni sono due: una è di controllare lo stato di salute dei propri reni, perché molte malattie renale se diagnosticate in tempo possono essere guarite o rallentate procrastinando ed in molti casi evitando la dialisi. L'altra è diretta ai pazienti che soffrono di malattie renali, spesso costretti a frequenti prelievi ematici e terapie endovenose, ed è un invito a risparmiare i vasi almeno di una delle due braccia (il destro per i mancini e viceversa)".

 

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La locandina del Congresso

Mercoledì, 7 Novembre, 2012 - 11:00