Ferzan Özpetek “Ambasciatore dell’Università del Salento”
Giovedì 14 novembre 2019, alle 17, nell’aula “Mario Marti” dell’edificio 6 del complesso Studium 2000 (via di Valesio, Lecce) il regista Ferzan Özpetek è stato insignito del titolo di “Ambasciatore dell’Università del Salento”. Un riconoscimento pensato dall’Ateneo con un doppio scopo: segnalare personalità attive nell’impresa, nella ricerca e nella cultura che hanno fatto dell’eccellenza, dell’innovatività e dell’internazionalizzazione le chiavi del loro impegno quotidiano; favorire la conoscenza dell’Università del Salento e delle sue iniziative presso Istituzioni, Enti e organizzazioni interessati a forme di collaborazione e contatto con l’Ateneo. L’attribuzione del titolo, su proposta del Dipartimento di Beni Culturali, ad Özpetek ha inteso rimarcare lo stretto legame dell’artista con il Salento e, in particolare, con la città di Lecce, set di due tra i film più importanti dell’artista turco “Mine vaganti” e “Allacciate le cinture”. Dalla motivazione del riconoscimento di “Ambasciatore Unisalento”: Per la centralità assegnata, nella sua filmografia, al capoluogo leccese. Perché le sue storie non sono semplicemente ambientate in Salento ma raccontano la storia di un luogo: i personaggi e il loro vissuto finzionale entrano a far parte per sempre dei territori. Per le immagini del nostro territorio che hanno raggiunto, grazie a lei, spettatori lontanissimi. Perché il suo profilo pare attagliarsi pienamente al Dams, uno dei corsi di laurea più rappresentativi tra quelli incardinati nel Dipartimento di Beni Culturali. Per rafforzare il suo sodalizio, già radicato e antico, con la comunità leccese, certi del fatto che darà ulteriore lustro all’istituzione culturale più importante del territorio. La cerimonia, introdotta dal Rettore Fabio Pollice e dal Delegato alla Comunicazione Stefano Cristante, ha visto gli interventi del Direttore del Dipartimento di Beni Culturali Gianluca Tagliamonte, della presidente del corso di laurea DAMS Daniela Castaldo e di Alessia De Blasi del Cineclub universitario, con la cui collaborazione l’evento è stato organizzato.
“Ferzan Özpetek è di certo una delle figure più rappresentative ed eclettiche della cinematografia mondiale -dice Il Rettore Fabio Pollice- un’intelligenza creativa caratterizzata da una sensibilità non comune, capace di cogliere l’essenza più profonda dei luoghi e delle comunità che li abitano attraverso l’occhio di una macchina da presa. Di raccontare entrambi senza pretesa di interpretarli, ma con una forza rappresentativa che riesce a proporsi come evocazione stessa della realtà, nel senso che questa emerge dalla narrazione filmica e si materializza sul piano percettivo nel singolo spettatore: non ti racconta le emozioni, fa in modo che tu le viva come esperienza personale, intuitiva. Nei suoi lavori non vi sono descrizioni paesaggistiche, ma pennellate simboliche che ti consentono di cogliere la complessità del tutto, senza che questo debba essere necessariamente disvelato; giacché la conoscenza del tutto, spesso impedisce di coglierne l’essenza, distrae lo spettatore, alienandolo. Egli è come un poeta rapsodico ed è in questo che può racchiudersi il suo spirito creativo, nella capacità di affascinare gli spettatori e portarli con sé come il pifferaio magico, ma con la differenza fondamentale che il suo obiettivo non è chiuderli in una montagna – metafora di una conoscenza ingannatrice –, ma fare in modo che si guardino dentro e guardino la realtà con occhi diversi, acquisiscano conoscenza del proprio sé individuale e collettivo. Ed è così che il Salento ha scoperto se stesso e si è raccontato al Paese e al mondo. Ha scoperto o, più propriamente, riscoperto la propria identità, proiettandosi in una dimensione progettuale del tutto nuova, orgoglioso della propria storia, fiducioso nel proprio futuro. In una Università che ha fondato nel 2016 la Scuola di Placetelling al fine di promuove un modello di narrazione identitaria, che restituisca centralità alle comunità locali come soggetto narrante, l’esperienza cinematografica di Ferzan Özpetek appare non solo illuminante, ma addirittura emblematica di un modo diverso di intendere la narrazione filmica. Il riconoscimento che oggi consegniamo ad Özpetek non è formale ma una manifestazione di affetto, lo stesso affetto che lui ha usato per ritrarre il nostro Salento. Saremo felicissimi di ospitarlo nel nostro Ateneo per una sua lezione. Non vediamo l’ora. Sarà un’occasione unica”.
“La mia prima volta a Lecce è stata con “Mine vaganti” -ricorda Ferzan Özpetek- da lì in poi un amore fortissimo mi ha legato alla vostra città. D’istinto ho voluto condividere la sua bellezza con il resto del mondo. Adesso “Mine vaganti” andrà a teatro perché resta uno dei miei film più amati e conosciuti. Probabilmente non lo ambienterò a Lecce, perché la Lecce del 2009 è molto diversa da quella di oggi. Della vostra città porto nel mio cuore non solo i luoghi ma anche le conoscenze, che sono diventate amicizie per la vita. Per questo e per avermi dato la possibilità di girare due film ambientati qui vi sono grato. Mi piacerebbe tornare nella vostra università a tenere una lezione. Amo la condivisione delle immagini come la condivisione delle idee”.
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