Erri De Luca chiude 'Portami a Leggere'

Erri De Luca è l’ospite di settembre di Portami a Leggere, festival del libro diffuso a Sternatia. Dopo la partecipazione a La Notte della Taranta, lo scrittore italiano torna nel Salento, lunedì’ 7 settembre, per incontrare i lettori in piazza Castello alle ore 21:00. Mediterraneo, immigrazione, diritto di parola contraria, sono i temi al centro dell’incontro con l’autore che sarà moderato dalla giornalista Gabriella Della Monaca.
Un dialogo che riparte dopo due anni dal primo incontro promosso dall’associazione UP  e che ha legato profondamente Erri De Luca al Salento e alla Puglia. 
In autunno, sempre con Feltrinelli, esce Alberi che camminano il film scritto da De Luca, regia di Mattia Colombo, girato tra il Trentino e la Puglia che narra anche lo strazio di un ulivo sradicato dalla sua terra e gli ultimi maestri d’ascia nei cantieri navali di  Molfetta e Marittima di Diso, uniti dal loro rapporto con gli alberi.  Un film che si chiude con la canzone Arberu de ulia di Mino De Santis. Erri De Luca è anche protagonista del videoclip Solo Andata del Canzoniere Grecanico Salentino, regia di Alessandro Gassmann, girato a Spiaggiabella nel leccese,  vincitore del premio Arti e diritti umani di Amnesty International.  

Portami a Leggere, organizzato dal Comune di Sternatia in collaborazione con l’associazione UP,  chiude con La Parola contraria di Erri De Luca (Feltrinelli) la programmazione estiva che ha visto protagonisti i libri: Da grande voglio camminare di Claudia e Gaetano Digregorio (Mondadori), Il bello dell’Italia  di Maarten van Aalderen (Albeggi), Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio (Feltrinelli), Cari mostri di Stefano Benni (Feltrinelli).  

Le parole di Erri De Luca a La Notte della Taranta 2015:

"Al mondo esiste più sud che nord. Il sud non si limita al suo emisfero legittimo, ma supera l'equatore, attraversa l'Africa, si affaccia sul Mediterraneo, lo naviga fino in cima. L'Italia, la Grecia, la Spagna appartengono a questo sud maggioranza del mondo.
Da noi il nord non c'è. Qualche frastornato geografico ogni tanto dice che abita al nord, ma è come se un calabrese si dichiarasse settentrionale perché sta più al nord della Sicilia. In Italia il nord non esiste. Apparteniamo tutti al sud del mondo, siamo una delle sue scremature.
Una delle manifestazioni della nostra appartenenza al sud è essere del Mediterraneo ed io tento questa definizione di noi del Mediterraneo:
siamo del Mediterraneo per nascita e destino, che non è il futuro segnato, ma è il passato sfuso il destino, sta alle spalle, guida la sorte alla deriva, a spasso, nel largo del vento che cambia di umore secondo le ore. Abbiamo canarini sul balcone, muri imbiancati a calce, vedove di ammazzati sotto il sole a picco. Abbiamo più dialetti che santi, più altari che sorgenti. L'acqua è poca, piovana, prigioniera delle cisterne buie, nei pozzi scavati di Abraham, che fece il vagabondo per la divinità, che si divise in tre, attaccabrighe, dispari. E poi quando arriva la fine del mondo noi del Mediterraneo siamo tutti a teatro. E uno di noi corre a piantare un albero, perché non si sa mai, per guapperia, per ultima scaramanzia. Siamo del Mediterraneo perché civiltà e storia sono venute a vela sul carro delle onde. L'Italia è terra che si è messa in mezzo, con isole vulcaniche, chiari di luna e di coltelli, capperi, menta, agnelli, è una luce di lacrima negli occhi che brilla pure al buio senza cadere. Per noi italiani del 1900 il Mediterraneo è stato buttafuori. A milioni ci ha avviato per l'uscita di Gibilterra, allo sbaraglio delle immigrazioni. Oggi il Mediterraneo è butta dentro di nuovi viaggiatori della necessità, oggi come allora titolo di viaggio è solo andata."

Lunedì, 7 Settembre, 2015 - 00:04