È tempo di... fare e dare!

È tempo di ... fare e dare! È tempo di conversione a partire da noi stessi! Oramai non servono più a nulla le parole e i sermoni declamati spesso con presunzione e albagia dai pulpiti di periferia o dalle lande solitarie nelle quali ci si rifugia rifuggendo dai propri errori o peggio ancora dalle piazze cariche di pazzie! È ora di obbedire, come ci invita a fare il Santo Padre Francesco, al quale noi tutti cattolici dobbiamo OBBEDIENZA poiché è l'Unico e il Solo Sommo Pontefice attuale!
Obbedire alle disposizioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: per il bene della collettività nella quale ci siamo anche noi, e il nostro IO! È tempo di tacere, scriveva un famoso poeta! Ma il silenzio deve essere contemplativo e operativo!
Il libro ultimo uscito di Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinal Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, "avallato" ma non scritto a due mani, dal papa emerito, tratta argomenti che da secoli la Chiesa affronta, discussi ampiamente persino dai Padri Conciliari per i quali non ci sarà mai una soluzione gradita da tutti! La Chiesa non è aggiornabile come un'app perché la Chiesa di Dio non ha tempo ne spazio essendo Dio stesso!
E sarà lo Spirito Santo ad illuminare la mente del Santo Padre Francesco, affinché ci doni sempre Sapienza nel Magistero! Ricordiamo che il celibato del Sacerdozio è una prassi che diventa norma nel 1215! E se non è stata abrogata dopo più di ottocento anni, un motivo ci sarà! Basti pensare alla bellissima frase di Paolo VI citata da Bergoglio di ritorno da Panama – osserva ancora –:“Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato!”». A che serve dunque polemizzare quando ci sono problemi più seri? "Dio è l'Autore e perfezionatore della fede ", scriveva San Paolo nella prima lettera agli Ebrei! Spesso lo dimentichiamo e lo dimenticano persino i "professionisti del sacro" che a Dio si sostituiscono facilmente ! Cerchiamo Dio dovunque ma non lo troviamo, ci auto esaltiamo a volte assumendo inconsapevole l'aria del custos fidei, ma non ci accorgiamo che non siamo custodi nemmeno di noi stessi e dei nostri pensieri! A tal proposito mi permetto di riportare un breve racconto che spero ci aiuti a riflettere sulla presenza di Dio e di Gesù Cristo e così allontanare ogni azione contraria che più che convertirci, ci conduce a stigmatizzare gli aspetti più reprobi del nostro essere, qualunque sia la nostra identità, professione o mansione!
LA VECCHIA CHE ASPETTAVA
C'era una volta un'anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un giorno senti la voce di Dio che le diceva: «Oggi verrò a farti visita». Figuratevi la gioia e l'orgoglio della vecchietta. Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio. Dopo un po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: «Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!». E sbatté la porta in faccia alla mortificata vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: «Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!». E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta apri e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese. «Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa», implorò il povero. «Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!» disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: «Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto!».
Che il Signore ci aiuti ad essere più attenti al grido di aiuto del fratello, sia esso italiano o straniero e ci ispiri sentimenti di uguaglianza e solidarietà piuttosto che ti tolleranza perché colui che tollera non ama e nasconde in se la serpe del rancore che acceca e allontana! Buona Solennità dell'Ascensione, che siano giorni di rinascita e che la polemica ceda il passo alla collaborazione fattiva e concreta verso chi, oggi, ha serissimi problemi economici!
ASSOCIAZIONE JANUA COELI

Domenica, 24 Maggio, 2020 - 00:05