Dodici 'scandalosi culetti'?

Lucio Del Gottardo e Rosaria Bramato rispondono a chi li accusa di avere realizzato un manifesto antifemminista

Per molti giorni è stato lì nell’angolo fra via Gallipoli e Corso Porta Luce a guardare le auto ferme al semaforo. Nessuno delle donne e degli uomini galatinesi gli ha dato importanza. Al massimo alcuni hanno sorriso e molti, forse, hanno scosso la testa. Poi l’altro ieri Antonio Liguori, corrispondente locale della Gazzetta, si è accorto che Enza Miceli, da Soleto, si era indignata e aveva scritto una vibrata protesta sulla pagina facebook di Roberta Forte, e l’ha fatto diventare una notizia domenicale. Ora sono in molti a stracciarsi le vesti ed invocano l’intervento dell’Autorità. Insomma quel manifesto che ritrae dodici ragazze in bichini e di spalle ha raggiunto il suo scopo. Sta facendo parlare dell’agenzia pubblicitaria che l’ha ideato. 
Lucio Del Gottardo, designer e titolare della ‘Digital e Graphic’ di Noha, non ci sta a passare per antifemminista e ribatte a chi lo accusa con un testo scritto proprio da Rosaria Bramato, sua moglie: "Quando Marcella (grafica di Digital) e io progettavamo la campagna pubblicitaria ci son sorti diversi dubbi sull’efficacia comunicativa del manifesto per due ragioni:
la prima: pensavamo che non avesse avuto effetto attirare l’attenzione sul corpo femminile in quanto immagine vista e rivista, trita e ritrita, su numerose campagne pubblicitarie; (quando frequentiamo per lavoro fiere, mostre, ecc l’immagine femminile e non solo è molto utilizzata per veicolare messaggi);
la seconda: avevamo già provato a sponsorizzare l’azienda attraverso un manifesto con un corpo di uomo senza produrre effetto alcuno.
Fortunatamente ci siamo sbagliati. Dal nostro punto di vista questa campagna pubblicitaria sta avendo una grande risonanza ma ahimè ha manifestato un arretratezza di pensiero che mi dispiace dirlo è abbastanza “provinciale”.
Interpretare e vedere dietro quel manifesto “questioni di genere” discorsi che richiamano “l’emancipazione femminile”, la “misoginia”, il “sessismo” ecc. lascia intravedere un pensiero povero, piccolo, che ancora non riesce a superare la dicotomia uomo-donna. Fino a quando avremo donne che interpreteranno immagini come questa con questo tipo di rappresentazioni non cambierà mai niente.
La donna non ha bisogno di “quote rose” di “pari opportunità”. Sembriamo una specie da tutelare e da salvaguardare con leggi coercitive il cambiamento avviene solo se si cambia la “postura mentale” nel vivere e nell’incontrare l’altro'.
Rispetto a questa pubblicità si può esprime un parere di buono o cattivo gusto e niente altro, si sorride e si va oltre. Potremmo dire con il Dalai Lama: “Questa è un’epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra, per occultare il vuoto nella stanza”.
E il vuoto nella stanza è una categoria quella degli artigiani, e non solo, (per non parlare delle famiglie) che aspettano risposte dalla politica che, sonnolente, sta distruggendo il tessuto economico e sociale di Galatina. Dimenticavo, è puerile che alcuni politici piccini piccini cavalchino un indignazione di pochi per motivi di visibilità".

Lunedì, 6 Maggio, 2013 - 00:07

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