"Declassamento dell’ospedale di Galatina: da Fitto ad Emiliano passando per Vendola"

Sono circa trent’anni che in Puglia si tesse la trama del riordino ospedaliero che ha visto molti attori, dando adito a tante controversie e numerose sommosse popolari. Per comprendere le contraddizioni scaturite da questa lunga vicenda è necessario farne una cronistoria che inizia con il piano di riordino ospedaliero di Fitto, secondo il quale il rapporto di posti letto/abitanti era 5/1000, circa il doppio rispetto al DM 70, pari a 2,84/1000.
Per tale ragione, non solo l’ospedale di Galatina, ma anche gli ospedali di Casarano, Nardò, Copertino, Campi e Scorrano, erano potenziati, in ragione dell’utilizzo registrato nel 2001. Venivano chiusi Maglie e Terlizzi, a causa del numero basso di ricoveri effettuati nel 2001.
Successivamente il piano di riordino di Vendola ridusse ulteriormente i posti letto ma Galatina restava ancora ospedale di I livello.
Nel 2017 con il piano di riordino della Giunta Emiliano venne ridotto drasticamente il rapporto posti letto a 2,47/1000 a fronte di un obbligo ministeriale di 2,84/1000 e iniziò il declassamento dell’ospedale di Galatina.
Pertanto era previsto un ospedale di secondo livello (Fazzi), tre ospedali di primo livello (Gallipoli, Tricase e Scorrano) e tre ospedali di base (Galatina, Copertino e Casarano). Inoltre è contemplata nel piano la realizzazione del nuovo ospedale del Sud Salento che comporterà la riconversione dell’Ospedale Veris Delli Ponti di Scorrano e dell’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina”.
Alla luce di tutto ciò, l’occhio attento legge l’assoluta adeguatezza del tanto demonizzato piano Fitto che era volto a razionalizzare le risorse, con un’offerta adeguata dei posti letto, garantendo l’assistenza sul territorio grazie alla creazione di strutture adeguate di assistenza territoriale ed il potenziamento di quelle esistenti.
I successori di Fitto, che costruirono la loro fortuna attaccando quel riordino e generando sommosse popolari non hanno fatto altro che ricopiare quel piano, depotenziando ulteriormente le strutture ospedaliere, ma avrebbero dovuto creare delle case della salute alternative all’ospedale con un’offerta di servizi completa per il paziente.
Da uno studio condotto da Crea Sanità, questa è un’opera incompiuta che sta creando un notevole disagio sul territorio, in quanto non sempre i modelli offerti sono innovativi e completamente alternativi all’ospedale, tranne rare eccezioni (ovviamente le responsabilità sono attribuibili solo alla politica).
In conclusione tornando alla realtà del territorio di Galatina oggi siamo dinanzi alla drammatica condizione di un ospedale fantasma che offre pochi servizi e dall’altra parte squallide promesse elettorali di rivalutazione, che piovono da tutte le parti, ma la realtà è una sola: la popolazione avverte il disagio. Di chi è la colpa?
Dr Giuseppe De Paolis – Responsabile Salute MRS Galatina

Martedì, 21 Luglio, 2020 - 00:07