Cosimo Montagna si è dimesso dall'incarico di Sindaco di Galatina

“Essendo venute meno le condizioni politiche per poter procedere negli adempimenti richiesti in sede odierna, per le astensioni di alcuni esponenti della maggioranza, ritengo necessario avviare il più approfondito confronto interno alle diverse componenti politiche e, pertanto, rassegno le dimissioni”. Alle ore 19:34 Cosimo Montagna, fino alle ore 19 Sindaco di Galatina, ha lasciato sorridente Palazzo Orsini. Dopo averle annunciate in Consiglio, aveva appena scritto le sue dimissioni dall’incarico di Primo Cittadino in una lettera che aveva subito consegnato nelle mani del Segretario Comunale.
Avrà venti giorni di tempo per ripensarci o per far tornare sui loro passi i tre consiglieri del PD (Piero Lagna, Teresa Spagna e Daniela Sindaco) che hanno fatto mancare il loro voto su due punti qualificanti dell'ordine del giorno consiliare.
“Attenzione, non abbiamo votato contro ma ci siamo semplicemente astenuti sul Documento Unico di Programmazione e sulla delibera riguardante i rilievi della Corte dei Conti perché non vogliamo che cresca l’indebitamento del nostro Comune che poi va a scaricarsi sui cittadini –spiega Daniela Sindaco- e, comunque, siamo consiglieri liberi e non accettiamo di eseguire volontà imposte dal di fuori”. Insomma la consigliera nohana non ha gradito la nomina ad assessore di Emilio Tempesta al posto di Andrea Coccioli e accusa Antonio De Matteis, segretario del PD (“solo del circolo di Galatina e non di Noha”) di avere assunto decisioni non condivise (“In un partito deve esserci rispetto delle persone e delle regole”).
In realtà sembra piuttosto curioso che anche Teresa Spagna, entrata in Consiglio solo grazie alle dimissioni di Tempesta, condivida l'opinione della sua compagna di partito.
“Beghe di famiglia” –osserva amaramente Biagio Galante, rappresentante di Patti Chiari. “Vedremo che cosa accadrà nei prossimi venti giorni” –commenta Antonio Congedo di Rifondazione Comunista.
“Avevo chiesto le dimissioni dell’assessore Mario de Donatis perché è sua la responsabilità dei conti del Comune – dice Marcello Amante- ma è bene, lo abbiamo già scritto, che questa Amministrazione sgomberi definitivamente il campo”.
Carlo Gervasi, mentre nell’ex-Ospedale voluto da Maria D’Enghien si consumava l’ennesima faida interna al Partito Democratico, stava visitando una mostra dedicata ad Andy Warhol a Bologna. Al cronista che gli chiede un commento sulla situazione risponde inviando, attraverso whatsapp, la foto di una famosa opera di Piero Manzoni prodotta in novanta esemplari il 21 maggio 1961 e non aggiunge altro.

 

Martedì, 26 Gennaio, 2016 - 20:01

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