Corso Porta Luce 31, "Ricominciare con la paura nel cuore"

La testimonianza dei proprietari del negozio di abbigliamento assaltato dai ladri, le indagini della Polizia
Corso Porta Luce 31

Galatina - “Quando il cellulare, alle 4:26, ha squillato abbiamo sperato che fosse solo scattato l’allarme, e che i ladri, come è accaduto in almeno altre tre occasioni, non fossero riusciti ad entrare. Purtroppo ce l’avevano fatta”.  La famiglia di Piero Mele, titolare di ‘Corso Porta Luce 31’, il negozio di abbigliamento preso d’assalto da un commando di professionisti della ‘spaccata’, alle 12:30 di un incredibile 6 novembre, è intorno al banco di vendita.
Un’impresa specializzata ha appena terminato di montare un vetro antisfondamento al posto di quello distrutto dai banditi, con l’Audi A4 lanciata a marcia indietro contro la vetrina che dà su via Pascoli. Ai monconi dei  tubi tagliati con il cannello ossiacetilenico sono state saldate le parti mancanti e sono state dipinte con la vernice allo zinco. Anche lo scaffale dietro la vetrina è tornato al suo posto. È vuoto ma dà al locale un aspetto di strana normalità.
“Siamo sconfortati, in un certo senso non ci sentiamo protetti,  e la voglia di mollare tutto è grande. Che cosa dobbiamo fare di più? Abbiamo installato la video sorveglianza. L’allarme scatta sia nella centrale della Fidelpol che in quella del Commissariato eppure viviamo sempre con la paura”.  Sono in quattro (padre, madre, figlio e figlia) e danno chiara l’idea di essere una famiglia unita. Si sostengono anche con lo sguardo. Ricominceranno.  Si intuisce che i due figli, poco più che ventenni, sono preoccupati per i genitori. Gli occhi si inumidiscono ma esprimono un coraggio ed una forza che sono il vero grande sostegno per chi deve, ancora una volta, rimboccarsi le maniche.
Le indagini, intanto, vanno avanti. Gli uomini di Giovanni Bono, vicequestore dirigente del Commissariato di Galatina, non stanno trascurando nessuna pista. Oltre alle registrazioni delle telecamere montate all’interno e all’esterno del negozio, stanno esaminando tutte le riprese del sistema di sicurezza che controlla le vie di accesso alla città. Vogliono capire da dove sono arrivati e in che direzione sono fuggiti i ladri. Si tratta degli stessi banditi che hanno colpito a Martano? Quante macchine d’appoggio avevano? Dove hanno scaricato la merce rubata? È certo che si trattava di professionisti bene attrezzati. Un’ora prima dello sfondamento erano andati a tagliare i paletti. Prima di agire avevano rubato due Uno e con esse avevano chiuso Corso Porta Luce verso Piazza Alighieri.  Per farsi luce indossavano sopra il passamontagna delle lampade da minatori. Probabilmente hanno intuito che era scattato l’allarme perché dopo avere arraffato i giubbotti in pelle e gli altri di pari valore (erano trascorsi un paio di minuti dal loro ingresso) si sono messi in macchina e sono fuggiti via.
È probabile che gli investigatori stiano anche riflettendo su alcune strane coincidenze notate dalla figlia di Piero Mele. I tre furti che sono andati a segno ma anche i tre tentativi andati a vuoto sono avvenuti sempre fra le 3 e le 4 del mattino nei giorni di mercoledì o giovedì e nei mesi di novembre e aprile. L'11 novembre 2009 era un mercoledì e quella volta per abbattere la vetrina i malfattori usarono una mazza da carpentiere.

Giovedì, 7 Novembre, 2013 - 00:07

Galleria