Coronavirus, falso allarme al Pronto Soccorso di Galatina
“Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio (di corona virus) si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale bisogna: contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500; indossare una mascherina chirurgica se si è in contatto con altre persone; utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente”.
Sono queste le indicazioni del Ministero della Salute da seguire in caso di presunto contagio. Al salentino che si è presentato nel primo pomeriggio al Pronto Soccorso di Galatina, queste disposizioni devono essere sfuggite. L’uomo si è prima recato alla Guardia Medica dove avrebbe dichiarato di avere avuto contatti con persone lombarde della zona in cui si è manifestata la Covid-19. I sanitari lo avrebbero indirizzato al Reparto di Emergenza galatinese dove però non è scattato il protocollo previsto nei casi in cui i sintomi del coronavirus siano evidenti. Il paziente è stato rimandato a casa a curarsi una probabile influenza.
Intanto però l’allarme si era diffuso in città alimentato dal tam-tam sui social che ha raggiunto l’acme quando una squadra di Sanità service ha sanificato la stanza del Pronto Soccorso del ‘Santa Caterina Novella’ adibita alla visita di pazienti affetti da possibili malattie infettive.
A quanto sembra, comunque, non si tratta di niente di particolare ma di un protocollo previsto dalla Asl Lecce che, periodicamente fa eseguire questo tipo di intervento.
Per evitare inutili allarmismi è consigliabile leggere le linee guide del Ministero della Salute di cui qui riportiamo un estratto:
Quali sono i sintomi di una persona infetta da un Coronavirus? Dipende dal virus, ma i sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.
Qual è la differenza tra i sintomi dell’influenza, di un raffreddore comune e del nuovo Coronavirus? I sintomi sono simili e consistono in tosse, febbre, raffreddore. Sono tuttavia causati da virus differenti, pertanto, in caso di sospetto di Coronavirus, è necessario effettuare esami di laboratorio per confermare la diagnosi.
Quali sono le regole per la disinfezione / lavaggio delle mani? Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l'infezione. Dovresti lavarti le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcool (concentrazione di alcool di almeno il 60%).
Gli operatori sanitari sono a rischio a causa di un nuovo Coronavirus? Sì, possono esserlo, poiché gli operatori sanitari entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda che gli operatori sanitari applichino adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie, in particolare.
Devo indossare una mascherina per proteggermi? L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di indossare una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo Coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti o se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo Coronavirus (viaggio recente in Cina e sintomi respiratori). L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
Per tutte le persone che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si applica l'ordinanza del ministro della Salute del 21 febbraio:
l’Autorità sanitaria territorialmente competente provvederà all’adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizioni ostative, di misure alternative di efficacia equivalente.
Vige l’obbligo di comunicare al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente di aver soggiornato nelle aree suddette.
Il mancato rispetto delle misure previste costituirà una violazione dell’Ordinanza.
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
- contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
- indossare una mascherina chirurgica se si è in contatto con altre persone
- utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.
Cosa devono fare le persone che vivono in Lombardia? Il 21 febbraio, la Regione Lombardia ha segnalato sei casi positivi al test di Covid-19. Altri casi sono stati segnalati dalla Regione, anche tra il personale sanitario e i pazienti dell'Ospedale di Codogno. E' stata immediatamente avviata la procedura di controllo ed identificazione dei contatti.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, hanno firmato un’ordinanza con la quale si dispongono una serie di provvedimenti per i comuni di Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano.
Dal 21 febbraio è stata attivata una task force regionale che opera a stretto contatto con il Ministero della Salute e con la Protezione Civile.
La situazione è in aggiornamento in base all'andamento dei casi. Consultare il sito della Regione Lombardia.
Ministero, Protezione civile e Regione Lombardia ribadiscono che l’indicazione perentoria per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori è di non recarsi in pronto soccorso ma di contattare direttamente il numero unico di emergenza 112 che valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure per eseguire, eventualmente, i test necessari a domicilio.
Nel testo dell’ordinanza del 21 febbraio sono rese obbligatorie nei comuni interessati della Lombardia:
- sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, di qualsiasi natura, comprese le cerimonie religiose;
- sospensione di tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità e dei servizi essenziali di cui agli articoli 1 e 2 della legge 12 giugno 1990, n.146, fatto salvo quanto disposto nei punti successivi;
- sospensione delle attività lavorative per le imprese dei comuni sopraindicati, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali tra cui la zootecnia, e di quelle che possono essere svolte al proprio domicilio (quali, ad esempio, quelle svolte in telelavoro);
- sospensione dello svolgimento delle attività lavorative per i lavoratori residenti nei comuni sopraindicati, anche al di fuori dell’area indicata, ad esclusione di quelli che operano nei servizi essenziali;
- sospensione della partecipazione ad attività ludiche e sportive per i cittadini residenti nei predetti comuni indipendentemente dal luogo di svolgimento della manifestazione;
- sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado nei comuni sopraindicati;
- sospensione della frequenza delle attività scolastiche e dei servizi educativi da parte della popolazione residente nei comuni sopracitati, con l’esclusione della frequenza dei corsi telematici universitari;
- interdizione delle fermate dei mezzi pubblici nei comuni sopra indicati.
“I lavoratori impiegati nei servizi essenziali – si legge ancora nell’ordinanza – sono ammessi al lavoro previa verifica quotidiana dello stato di salute, con riguardo ai sintomi e segni della COVID19 a cura dei datori di lavori. La valutazione in merito al mantenimento e/o alla modifica delle presenti misure viene quotidianamente effettuata congiuntamente dal Tavolo di coordinamento di Regione Lombardia congiuntamente con le Autorita’ centrali.
Cosa devono fare le persone dei Comuni del Veneto dove si sono verificati casi di Covid-19? La regione Veneto ha segnalato la sera del 21 febbraio due persone positive al test di Covid-19, uno di essi, una persona di 78 anni è morta all'ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova, dove era ricoverata. E' stata immediatamente avviata la procedura di controllo ed identificazione dei contatti. La popolazione dei comuni interessati è invitata a seguire le disposizioni della Region e dell autorità locali.
L'indicazione è di non recarsi nei pronto soccorso in caso di problemi respiratori ma di chiamare il proprio medico e i numeri di emergenza o il numero 1500.
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