Con l’olografia digitale possibile vedere attraverso fumo e fiamme
I vigili del fuoco e le squadre di primo soccorso sono quotidianamente chiamati ad operare in situazioni nelle quali possono disporre di termocamere a infrarossi, in grado di rilevare l’emissione del corpo umano, riuscendo così a ‘vedere’ attraverso intense coltri di fumo. Le fiamme però ‘accecano’ i rilevatori e non consentono di localizzare le persone in pericolo. In una ricerca pubblicata su 'Optics Express', ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Firenze e Napoli, guidati da Pietro Ferraro, hanno messo a punto una nuova tecnica, basata sull’olografia digitale nell’infrarosso, che consente di poter vedere anche attraverso le fiamme.
“L’olografia digitale è una tecnica ottica e informatica che, a partire dalla registrazione di una singola immagine chiamata ologramma permette, tramite sorgenti laser, di mettere a fuoco l’oggetto e ottenere informazioni quali spessore o densità, in caso di oggetti trasparenti come cellule e cristalli, e misure di deformazioni anche su scala micrometrica”, spiega Massimiliano Locatelli dell’Ino-Cnr. In generale i laser utilizzati permettono di studiare oggetti microscopici e macroscopici, ma non più grandi di pochi centimetri. “La novità della ricerca pubblicata è invece l’uso di laser infrarossi di alta potenza, che permettono lo studio di oggetti di dimensioni umane anche con soggetti in movimento. Inoltre, l’elaborazione numerica dell’ologramma consente di rimettere a fuoco l’immagine senza utilizzare lenti in fase di registrazione: la telecamera, così, non viene accecata dalla radiazione emessa dalla fiamma come accade alle comuni termocamere finora impiegate”.
“In questo modo sono state ottenute immagini di persone in movimento, nascoste da fiamme, ottenute in laboratorio con l’uso di fornelli a gas”, conclude Vittorio Bianco Ino-Cnr. “Se i futuri sviluppi confermassero questi confortanti risultati, in pochi anni si potrebbero realizzare sistemi olografici portatili collegati a un centro di analisi operante da remoto. La tecnica costituisce un primo passo per rendere molto più efficace, agevole e sicuro il lavoro delle squadre di soccorso e le applicazioni sarebbero varie e importanti: dalle telecamere nei tunnel sottomarini o autostradali, a quelle in luoghi come ospedali, scuole o asili”.
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