"Come ti vedi fra un anno, fra cinque, fra dieci?"

L'incontro con Francesca Malerba, ricercatrice galatinese, raccontato da uno degli studenti coinvolti. L'esperienza con Rita Levi Montalcini

“Come vi sognate fra un anno? Fra cinque e fra dieci anni? Cosa sperate di voler realizzare? Cosa assolutamente NON volete fare? Rispondere a queste domande aiuta ogni persona ad avere le giuste motivazioni per il proprio futuro”. Sono questi gli interrogativi chiave che Francesca Malerba, 38 anni, ricercatrice galatinese cresciuta, alla scuola di Rita Levi Montalcini (“Era una donna semplice che parlava con tutti ed anche da Senatrice a vita aveva un grande senso del dovere”) ha  proposto sabato ad una vasta rappresentanza degli oltre 2000 studenti delle Scuole Superiori di Galatina.
La sala Contaldo è affollata ma tutti seguono con grande attenzione la storia di questa sognatrice (“per essere una ricercatrice bisogna avere tanta fantasia”) che ha compiuto gli studi universitari a Bologna, ha fatto la ricercatrice a Pisa e dal 2002 vive a Roma e lavora presso l’Istituto di Neuroscienze, fondato dal Premio Nobel per la medicina del 1986.
L’incontro di ieri era organizzato dai quattordici volontari del Servizio Civile Nazionale. “Sono il nostro punto di forza” –afferma Daniela Vantaggiato che quasi si emoziona presentando Francesca Malerba e parlando del suo libro.
“Salento Rock. Andati via senza salutare” racconta il mondo giovanile della fine degli anni ’80. Parla di eroina ma non è un romanzo sulla droga. Racconta dei ventenni galatinesi con gli stessi disagi e destini diversi.
“Il libro è un dono che fa alla città e ai giovani –sottolinea l’assessore alla cultura del Comune di Galatina ,  per migliorare la situazione, per far fronte alla storia per non commettere nuovamente gli stessi errori”.
Che cosa significa fare il ricercatore? È la domanda dei presenti. “Studiare un problema – è la risposta- leggere gli articoli scientifici, formulare un'ipotesi su una malattia, avere un finanziatore che valuti il progetto(che può essere promosso o bocciato). Se i dati sono promettenti, vengono condivisi con la comunità scientifica. Si può scrivere, ad esempio, un articolo.
Se viene approvato, si può condividere sui giornali e farlo diventare di dominio pubblico”.
Perché fare il ricercatore? “Perché è un lavoro affascinante, ma in Italia ci sono pochi fondi per la ricerca e spesso bisogna andare a lavorare all'estero”. E Francesca Malerba, anche se per brevissimi periodi,  lo ha fatto.
"Il corpo faccia quello che vuole. Io sono la mente". Affermava Rita Levi Montalcini che aveva grande fiducia nei giovani ed in quelli italiani in particolare. “Nei paesi in cui grande è il bisogno la necessità fa aguzzare l’ingegno. Il segreto è pensare di lavorare per migliorare la propria vita e quella degli altri. La vita non finisce con la morte ma continua con le opere che abbiamo lasciato alle persone che restano ed all’umanità tutta”.
"Nessuno sa quello che ti riserva il futuro –conclude Francesca Malerba- siamo noi che ci costruiamo il nostro presente. L'immaginazione è più importante della conoscenza.  Era il motto di Einstein che Rita Levi Montalcini aveva appeso nel suo ufficio. Ricordatelo sempre anche voi".

Domenica, 14 Febbraio, 2016 - 00:07

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