"Ciclovia dell'Acquedotto, si muova la Regione"
Ora tocca alla Regione Puglia muoversi perché il sogno della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese si trasformi in realtà. All’indomani dell’inserimento dell’opera nella Legge di Stabilità come “priorità nazionale” al pari di altre tre ciclovie turistiche (Venezia-Torino, Verona-Firenze e Grab di Roma), il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese esprime la sua soddisfazione e incalza la Regione, affinché non si perda tempo per mettere a punto il progetto da presentare subito al Governo per l’utilizzo delle risorse nazionali. La Legge di Stabilità, infatti, stanzia ben 91 milioni di euro in tre anni per le quattro ciclovie e per la ciclabilità urbana. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dovrà emanare un successivo decreto per l’individuazione degli interventi specifici.
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è un itinerario narrativo cicloturistico che parte da Caposele, in provincia di Avellino, dalle sorgenti del Sele che alimentano l’acquedotto, attraversa la Basilicata e abbraccia tutta la Puglia interna, fino a Santa Maria di Leuca, per complessivi 500 chilometri, buona parte dei quali corrono sulla pista di servizio dell’Acquedotto realizzata lungo le condotte.
Questo risultato, spiega il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, premia il lavoro e l’entusiasmo delle oltre 70 tra associazioni e imprese che fanno parte del Coordinamento, costituito nel marzo scorso e che in pochi mesi, grazie anche all’impegno del portale Bikeitalia.it, è riuscito a portare all’attenzione delle istituzioni e della società civile un’infrastruttura di mobilità sostenibile che può trasformarsi in un volano per l’economia turistica della Puglia e del Mezzogiorno.
La modifica della Legge di Stabilità che ha permesso il finanziamento e l’inserimento della Ciclovia come priorità nazionale è stata possibile grazie alla straordinaria mobilitazione dal basso, a cui si sono dimostrati sensibili i parlamentari pugliesi. Con due emendamenti presentati dai deputati del PD, primo firmatario Salvatore Capone, e da quelli del M5S, primo firmatario Diego De Lorenzis, poi unificati e votati all’unanimità dalla Camera. Una vittoria corale e per tanti versi nient’affatto scontata.
Ora tocca alla Regione Puglia e alla sua azienda Acquedotto Pugliese Spa trasformare questo straordinario risultato in un progetto unitario e intelligente, chiamando a un tavolo di lavoro le altre due Regioni interessate (Campania e Basilicata) senza naturalmente dimenticare il Coordinamento dal Basso, già presente in tutti i territori. È importante che la Ciclovia dell’Acquedotto sia una grande esperienza di valorizzazione condivisa, coinvolgendo nella realizzazione tutti coloro che hanno contribuito a disegnare questo sogno e facendo in modo che l’appeal turistico della ciclovia sia fondato sulla commistione di archeologia industriale, paesaggio, beni culturali e significato ultimo del percorso stesso: l’acqua come fonte di vita e di sviluppo.
Intanto il Coordinamento procede spedito e sta già lavorando ad una ciclo-rilevazione dettagliata del tracciato e alla seconda edizione della Cicloesplorazione dell’Acquedotto Pugliese, che sarà realizzata nel 2016. Un modo inedito per scoprire Irpinia, Vulture, Alta Murgia, Valle d’Itria, Arneo ed entroterra del Salento inseguendo le tracce dell’acquedotto più grande d’Europa. E da oggi una delle ciclovie turistiche più importanti d’Italia.
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