"Ci hai traditi con Grottaglie ma non ti scorderemo"
È proprio vero il detto che “non si apprezza mai quello che si ha finchè non lo si perde”, con te è successo proprio così, cara Agata. No, non scherziamo né tantomeno vogliamo esagerare! Da quasi un mese non fai parte più del Corpo di Polizia Municipale di Galatina perché ci hai “tradito”, partecipando e superando un concorso di mobilità indetto dal Comune di Grottaglie, un Comune molto vicino alla tua dimora abituale rispetto a Galatina.
Sappi però che i tuoi otto anni o poco più di vita lavorativa nella nostra cittadina non saranno dimenticati tanto facilmente, né da noi, tuoi colleghi, né dalla cittadinanza tutta. Parliamo a ragion veduta e perché già testimoni dei commenti da parte dei nostri concittadini che, avendo appreso la notizia, esprimono giudizi positivi e lusinghieri sul tuo operato lavorativo.
Non è usuale sentir parlare bene di una persona da chi è stato “pizzicato” o “redarguito” come tu eri solita fare. Che non c’erano né sconti di pena, né mielose motivazioni lo sapevano bene tutti.
Per te c’era la regola da rispettare e basta. Il tutto però con argomentazioni valide e convincenti, frutto di una preparazione non solo professionale, ma anche di una spiccata conoscenza della psicologia umana, retaggio della precedente attività lavorativa come Maestra.
Come sono strane a volte le coincidenze…. Il tuo ultimo saluto in divisa con alcuni di noi è coinciso con una giornata molto triste, infatti in quel giorno si celebravano i funerali del Nostro stimatissimo ed amatissimo Ingegner Giovanni Stasi e noi eravamo appena usciti dalla Chiesa Madre, ma proprio questa concomitanza di eventi ci ha portato a riflettere e, forse, ad attenuare il dolore che provavamo per il tuo “allontanamento”.
"C’est la vie", abbiamo pensato. Ora però ci rimane il rammarico di non poter sentire le tue battutine pungenti o i tuoi sagaci commenti nei momenti di inizio e fine turno lavorativo. Ci mancherà molto l’auto che “cammina da sola”. Ci mancherai piccolo “cutugnu 'nnudacusu”, come ti apostrofava qualcuno in modo molto molto fraterno. Un grazie, un arrivederci, non un addio!
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