Che SCUOLA vogliamo per i nostri figli? Qual è la scelta migliore?

È tempo di iscrizioni al primo anno di qualunque ordine di Scuola. Tanti sono gli interrogativi dei genitori. Vengono messe a confronto le scelte operate dalle varie Scuole e dalle Amministrazioni Comunali. Perché alcuni Comuni optano per la settimana corta con un orario tutto antimeridiano? Perché altri Comuni distribuiscono l’orario settimanale sempre in 5 giorni ma con un tempo prolungato al pomeriggio? Perché altri ancora, come il Comune di Galatina, distribuiscono il tempo scuola su 6 giorni, con 27 oppure 30 oppure 40 ore settimanali (tempo pieno)?
E poi, quali sono gli aspetti da considerare per giudicare una Scuola migliore o peggiore di un’altra?
Sento la necessità di esprimere la mia opinione. Lo farò in qualità di docente. Il mio non sarà un discorso di parte. Non da politico. Non da Consigliere Comunale. Dirò quello che penso in maniera libera e spassionata ma con un po’ di esperienza visto che insegno ormai da 35 anni ed ho vissuto sulla mia pelle tutte le riforme scolastiche che si sono avvicendate in questo arco di tempo.
Ritengo intanto che la Scuola Italiana tenti di imitare malamente il modello di Scuola Inglese o Tedesca o comunque del Nord Europa ma, di quel modello, prende in considerazione soltanto alcuni aspetti marginali, formali, tralasciando quelli sostanziali, quelli che davvero riguardano la qualità, la proficuità, l’efficienza.
A Lecce e in diversi Comuni della provincia, la settimana scolastica va dal lunedì al venerdì, spesso in orario tutto mattutino, dalle 8.00 alle 13.30. Cinque giornate davvero dure, soprattutto per i piccolini di prima elementare. Ma qual è il motivo della settimana corta? Che sia davvero proficua per gli alunni? Assolutamente no! La ragione è esclusivamente di tipo economico. Risparmio energetico, affermano! E i bambini? Ci sarà qualche vantaggio dal punto di vista della formazione? Nessuno!
Tuttavia la settimana corta fa assomigliare un po’ la nostra Scuola alla Scuola Inglese e allora siamo tutti più contenti!
E’ vero, in Inghilterra gli studenti restano a casa il sabato ma, dal lunedì al venerdì, le lezioni iniziano alle 8.30 e finiscono alle 15.30/16.00. Inoltre, per chi volesse ancora usufruire dei servizi offerti dalla Scuola, può scegliere tra attività sportive, teatrali oppure lezioni individualizzate di uno strumento musicale. In aggiunta, la giornata scolastica è ricca e varia, alterna le discipline più pesanti a quelle più leggere, con laboratori multimediali, musicali, artistici, teatrali e attività sportiva di ogni genere.
Un’altra caratteristica della Scuola Inglese è che sono i bambini a spostarsi nei vari laboratori e lo fanno in maniera autonoma e responsabile. Il docente di un laboratorio aspetta i suoi alunni. Ovviamente sa in anticipo chi fa parte del suo gruppo, in quella determinata ora di lezione.
Nelle nostre Scuole, Dio ci aiuti se lasciamo andare un alunno da solo, anche solo dal piano di sopra al piano di sotto, a prendere un libro dalla biblioteca. E se dovesse  malauguratamente cadere? La sua insegnante non era lì a sorvegliarlo!
Considerando un altro aspetto, poi,… si sa che i bambini non hanno tutti le stesse capacità e, nella Scuola Inglese, per alcune discipline particolari, come la Matematica o la Lingua Straniera, gli alunni frequentano classi di livello dove vengono seguiti in maniera più attenta rispetto alle loro problematiche. La divisione in classi di livello non è rigida e, nel momento in cui gli alunni, periodicamente monitorati, denotano i progressi preventivati, possono passare da un livello ad un altro. Lo scopo di questa scansione in livelli non è quello di ghettizzare i bambini, separare i più bravi dai meno bravi. La ragione è proprio quella di far recuperare ai bambini meno capaci, nel più breve tempo possibile e con strategie mirate, quel gap che li diversifica dagli altri.
Cosa succede invece da noi? Quelle diversità che già nelle prime classi differenziano i bambini, diventano sempre più grandi e irrimediabili. Un ragazzino in difficoltà viene tirato e spinto a fatica verso il gruppo che ormai corre ed ha raggiunto livelli alti di preparazione. Quel ragazzino, per quanto la maestra si sforzi e faccia di tutto per aiutarlo, percepisce la sua condizione, si sente frustrato e inopportuno. E in queste condizioni arriva in quinta e conclude il primo ciclo della Scuola dell’obbligo.
Nelle classi inglesi, in ogni ora di lezione, c’è sempre la presenza contemporanea di un docente e un assistente. Le scuole sono fornite di tutti i supporti multimediali possibili; Non mancano le palestre, le piscine, i campi per qualunque genere di sport, ed, ovviamente, le collaudatissime mense scolastiche.
Insomma che cosa fa assomigliare la nostra Scuola a quella Inglese?
Giusto la SETTIMANA CORTA! E tutto il resto?....che loro hanno e noi non abbiamo? Perché non ci preoccupiamo veramente di far cambiare le cose qui? Proprio quegli aspetti della Scuola Inglese che noi neanche guardiamo e nominiamo occorrono alla nostra Scuola, alla Scuola Italiana, ai nostri bambini!
Ma non è colpa delle Amministrazioni Comunali. Guardano le cose dal loro punto di vista. Il risparmio energetico non è roba da poco! E poi la settimana corta accontenta quella fascia medio-alta di cittadini per i quali i bambini, a casa, il sabato, non costituiscono un problema. Ogni tanto magari si può anche andare fuori per il weekend! Eppure a quei cittadini che lavorano anche il sabato, la settimana corta, forse, crea un po’ di disagio! Mah! Pazienza! Troveranno una soluzione.
Le problematiche serie della Scuola Italiana sono affare del Governo che, in base alla mia memoria storica, ha sempre investito molto poco nella Scuola e nell’Università. Le Scuole, per fortuna, in alcune Regioni, tra le quali la Puglia, hanno usufruito dei finanziamenti europei e si sono dotate di nuove tecnologie. Non sono ancora sufficienti a coprire il bisogno ma almeno qualcosa si è potuta fare. Se avessimo dovuto aspettare i finanziamenti da parte del Governo Italiano, avremmo ancora il Commodor 64.
Quindi muovo, in maniera convinta e determinata, le mie critiche e manifesto apertamente il mio disappunto e la mia delusione. Certo, io conosco il mondo della Scuola Primaria ma tutta la Scuola e tutta l’Università soffrono.
Chi governa, a livello centrale, conosce perfettamente la situazione e, in campagna elettorale, fa grandi promesse, in questo campo, come negli altri. Alla fine, però le cose restano sempre quelle.
Occorre investire di più in ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE come si fa in Nazioni dove tutto funziona meglio ed i risultati si vedono.
Siamo consapevoli che DALLA FORMAZIONE DEI PICCOLI SCOLARI DIPENDE IL FUTURO DI UN PAESE…eppure….!
Tuttavia, in attesa di riforme serie e radicali provenienti dall’alto, a livello periferico, all’interno dei Comuni, potremmo cominciare a muovere qualche passo, rimodulando, per esempio, l’organizzazione didattico-educativa in modo che sia più funzionale e proficua.
Ma torniamo alle scelte dei poveri genitori che, in questo periodo, sono bombardati a destra e a manca! Quale Scuola sceglieranno per i propri figli?
La prima raccomandazione che mi sento di dare è quella di non seguire le mode, di non fare una scelta perché la fanno gli altri, per considerazioni udite qua e là e condivise acriticamente.
Bisogna cercare di conoscere personalmente una Scuola, il suo corpo docente, il modo di operare che lo caratterizza. Occorre sicuramente approfittare delle giornate in cui una Scuola è aperta all’accoglienza, ma tentare anche di osservarla nel tempo e per tempo, non soltanto quando, nel periodo delle iscrizioni, espone “la merce migliore al mercato!”
Cercare di capire come una Scuola procede, quali strategie usa, non tanto con l’allievo comune, quanto con il bambino con Bisogni Educativi Speciali, con il bambino che ha Disturbi Specifici dell’Apprendimento, con il bambino portatore di Handicap.
Capire dai dati statistici che possono sempre essere forniti, se si tratta di una Scuola che accoglie o una Scuola da cui si va via, ci si trasferisce.
Un altro elemento da tenere in considerazione è il seguente: La Scuola organizza corsi di preparazione per la Certificazione delle Lingue (Inglese – Francese) riconosciuta a livello internazionale? Corsi di preparazione per le Olimpiadi Nazionali di Problem Solving, corsi per le Olimpiadi Nazionali di Grammatica, corsi di Informatica per il conseguimento della patente europea? E, soprattutto, gli allievi conseguono realmente una Certificazione? Con quale risultato? Raggiungono un onorevole traguardo nella classifica nazionale delle Olimpiadi?
Ma la cosa più importante da fare che ho già sottolineato e ribadisco, è osservare una Scuola nel quotidiano, nei comportamenti più semplici, nelle relazioni di ogni giorno, nelle situazioni comuni.
Come ho detto in partenza, tutte le considerazioni che ho sviscerato, sono il frutto di un pensiero personale, privo di condizionamenti di qualunque genere. Sono idee condivisibili oppure no. Spero soltanto di aver contribuito a chiarire a qualcuno la vera situazione della Scuola Primaria Italiana.
A coloro che devono fare una scelta, sicuramente determinante per la vita dei propri figli, auguro di prendere la decisione migliore, per il bene dei piccoli stessi.

Mercoledì, 24 Gennaio, 2018 - 00:06