"Caro Sindaco, ci spieghi il brutto finale"

"Ingrati e traditori? Riempia di contenuti queste parole." "Il centrodestra? Una cosa che non c'è o forse c’è ma non si vede"

Caro Sindaco Cosimo Montagna, il fatto di conoscerLa da così tanto tempo e di aver frequentato insieme a Lei, la stessa sezione e vita politica, non so se mi consente la giusta obbiettività e il giusto distacco nel giudicare le cose. Sarei portato a credere ad ogni Sua parola ma non sarebbe né giusto né onesto.
Ciò premesso, non posso non farmi e non farLe delle domande,  nel prosieguo della presente, solo e unicamente per capire un po’ di più e meglio,  perché francamente non ho capito granché.
La cosa che invece ho capito è il“brutto finale”, inaspettato per Lei, Sindaco, e forse anche per chi lo ha messo in essere ma che comunque continua in un solco già tracciato, in una tradizione, una ricorrenza, una coerenza.
Del finale però, a questo punto,  importa assai poco e anche le cose fatte da questa amministrazione ormai le conosciamo a memoria. A noi interessa l’iter che ha portato a quel finale.
Legittima e decisa la posizione dell’assessore Forte, aderente perfettamente alla posizione del suo partito e degli elettori a cui deve dare conto.
Una posizione politica che arriva dopo un ragionamento politico. Un motivo o un pretesto (fate Voi) valido, spendibile elettoralmente (“non vogliamo far cadere sui cittadini l’ulteriore aumento della spazzatura” specialmente – aggiungo io - in un periodo di non poca difficoltà”).
La contestualità e il fatto di non conoscere motivazioni diverse, mi avevano indotto a supporre fossero state le stesse motivazioni a creare la spaccatura nel suo partito. Ma ciò non può essere per il solo fatto che le sue parole (“avete abusato della mia pazienza“) non danno l’impressione bensì la certezza di un “loro” atteggiamento reiterato, risalente a prima, a molto tempo prima, considerata la Sua infinita pazienza.
Sindaco, Lei ha paragonato i “dissidenti” a “Quelli della notte” e francamente mi sembra un complimento, li ha chiamati “ingrati e traditori”.  Lei non può esprimere parole così pesanti e non riempirle di contenuti. Ci faccia sapere un po’ di più, ci racconti un po’ di più del “dietro le quinte” che non sappiamo. Dovremo andare a votare in primavera, ci aiuti a farlo con le idee chiare.
Davanti a un nobile e motivato gesto politico seppur dagli effetti dirompenti, si può creare un consenso, un apprezzamento e addirittura considerare quel gesto meritorio e liberatorio per il paese.
Ma se così non fosse e magari le motivazioni fossero da ricercarsi tra le pieghe meno nobili e ingenerose della non-politica, Sindaco, faccia spendere anche a  noi qualche parola.
Raccontare in giro che trattasi di “personaggetti” accecati da un pizzico di protagonismo e altrettanta follia.
Lei – caro Sindaco – ha l’obbligo – anzi il dovere di raccontare, con l’onestà intellettuale che le  si riconosce e con il distacco di chi non sarà più impegnato attivamente in politica, i dettagli, i fatti successi nel lungo percorso che, come Lei stesso dice, l’ hanno portata a perdere la pazienza.
Ed ora cambiamo argomento.
In ogni storia politica seria, quando la maggioranza che governa “cade” l’opposizione si prepara a diventare maggioranza e governare, non avendo, chi governava, dato prova di affidabilità e stabilità.
È nelle cose normali, quasi automatiche.
Poco importa, a  questo punto, la qualità dell’opposizione fatta e se è stata fatta o il fatto che l’opposizione veniva dall’interno della maggioranza e che forse era la sola e unica opposizione.
Quando poi parliamo del centro destra, diciamoci la verità, parliamo di una cosa che non c’è, che non esiste o forse c’è ma non si vede.
Un gruppo di nominati o autoproclamati senza organismi, senza sedi di discussione, senza strategia. In tanti, anche troppi, pronti (a giorni) a proporsi o riproporsi, a volte anche sfacciatamente, a: Sindaci. Ognuno alla ricerca della “sponsorizzazione” giusta.
Questa volta però, bisognerà riempire le liste di contenuti, non basterà esporre il simbolo per prendere voti a prescindere dai candidati.
Il “Cavaliere” non c’è  più ed è alle prese con quel che resta del partito, impegnato in una riorganizzazione solo apparente che ha come unico fine,  un concordato e lento declino, una programmata e lenta dismissione che se pure non si evidenzia o non si evidenzierà mai in un “manifesto appoggio”, non sarà mai ostacolo al cammino del suo legittimo e  naturale successore: Matteo Renzi.

P.S: Ho volutamente omesso gli “ex”davanti alle cariche.

Venerdì, 26 Agosto, 2016 - 00:07