Cara professoressa Daniela Vantaggiato

Carissima professoressa Daniela Vantaggiato, se ho preso la decisione di scriverle questa lettera è perché non ho mai avuto l’opportunità di farle sapere, in qualche modo, quel che penso di lei e che mi farebbe piacere conoscesse. Premetto, anzitutto, che questo mio gesto è la conseguenza di una mia forte ammirazione verso la sua incredibile personalità.
All’inizio del nostro percorso scolastico, precisamente due anni fa, una professoressa dal caschetto castano e temuta dalla maggior parte degli alunni, entrò in classe presentandosi come la nostra docente di italiano, che, l’anno seguente, avrebbe poi preso ad insegnarci anche storia.
Inizialmente mi spaventarono i luoghi comuni, le classiche “voci di corridoio”. Chiunque proponesse una sua descrizione, la definiva severa ed alquanto esigente sul profilo scolastico. Ed è vero, lei è esattamente così, lo scoprii col tempo e ciò non mi dispiacque affatto. La sua precisione, le sue lezioni, il bellissimo modo di trattare gli autori, persino il suo essere così esigente sono tutte qualità così perfette che, per quanto mi riguarda, la contraddistinguono, seppur paradossalmente rispetto a quello che è il classico giudizio degli studenti, in una maniera del tutto positiva come insegnante. Compresi la passione che ha per il suo lavoro e che, evidentemente, questa sua rigorosità scaturisce dall’amore per i suoi studenti e dall’importanza che questi ultimi siano in grado di formare una propria cultura. E mi creda, è da ammirare in questo. Ed è proprio la conoscenza a giocare un ruolo importante nelle mie riflessioni. A tal proposito mi piacerebbe ricordare la frase, tratta dal canto V del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri, sulla base della quale lei ha voluto impostare il nostro percorso scolastico: “Non fa scienza, sanza lo ritener, aver inteso.”
A questa splendida e ben nota citazione lei ha dato un significato particolare: comprendere o imparare qualcosa non forma la vera cultura se non si tiene poi a mente ciò che si è imparato. Inutile, poi, ricordare tutte le citazioni di quello che lei considera “padre Dante”; tra le altre spicca proprio la mia preferita per i valori che essa esprime e che lei si impegna a trasmettere: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (Inferno, canto XXVI).
Dico tutto ciò, cara professoressa, perché la sua conoscenza è così vasta che quasi la invidio per questo. Lei sa sempre qualcosa in più rispetto a quanto emerge dai libri e, nel corso del tempo trascorso nella nostra classe, non ricordo neanche una volta che non si sia prodigata a farci prendere appunti, a condividere con noi questi suoi saperi. Cosa straordinaria, lei è perfino aggiornatissima sul resto delle materie che, tra l’altro, non rientrano in quelle letterarie.
Tutte queste sue qualità mi portano a considerarla una “fonte inesauribile” di cultura. Ancora, “inesauribile” perché durante l’incontro presso il liceo artistico “G. Toma” di Galatina in cui è intervenuto l’onorevole Fausto Bertinotti, l’ho vista calarsi nelle vesti di una studentessa; era lì, seduta fra di noi a chiedere dei fogli per poter prendere qualche appunto.
Lei non si stanca mai di aggiungere sempre qualcosa di nuovo a ciò che già conosce ed io trovo questo così assurdo e straordinario.  Col tempo la mia stima e la mia ammirazione nei suoi confronti sono cresciute.
Fin dal primo momento mi colpì la sua forte personalità, così ferma ma allo stesso tempo fragile che mi stupii più volte vederla commuoversi per alcuni lavori svolti in occasione delle assemblee d’istituto o leggendo i componimenti di alcuni autori. Ciò mostra che lei possiede anche un grande cuore e dei valori talmente saldi che fanno di lei una grande persona.
Ma questo non basta. Oltre ad essere una grande persona, lei è anche una grande donna, simbolo di quell’emancipazione femminile che siamo riuscite ad ottenere con varie lotte nel corso della storia. Una grande donna che svolge il suo bel ruolo di assessore alla cultura di Galatina, un compito assai arduo che richiede particolare impegno e dedizione. Io sono del parere che lei avrebbe tutte le carte in regola per puntare quanto più in alto possibile. Atteggiamento che lei stessa ci ha sempre insegnato.
I suoi impegni quotidiani, le sue conferenze, gli eventi in cui è sempre presente e quelli da lei organizzati, non fanno altro che mettere in luce l’amore per la sua città, per il ruolo che lei svolge. Questo le fa onore. Insomma, spero di essere riuscita a farle capire che lei costituisce il più bel modello da prendere come esempio di vita, perché insegna veramente tanto.
Anche se il nostro percorso scolastico è ormai terminato, ci terrei a ringraziarla per tutte le sue lezioni, anche quelle leggermente più lunghe, per tutti quei contenuti che mi ha trasmesso e per avermi fatto avvicinare con una consapevolezza differente allo studio perché, come lei più volte ha ripetuto, non bisogna studiare per il fine del buon voto, al contrario, bisogna farlo per acquisire quegli strumenti base che permettono di affrontare la società con un atteggiamento tale da non esserne travolti. Con il conseguimento della maturità credo di aver acquisito quegli strumenti e la ringrazio di vero cuore per aver contribuito in questo, insieme al resto degli insegnanti del nostro liceo delle scienze umane. Quella scuola che frequenterei ancora più e più volte con piacere e che mi ha dato la possibilità di incontrare degli ottimi insegnanti, nonché delle bravissime persone, che, a modo loro, hanno lasciato un segno indelebile ed hanno contribuito a quella formazione che per sempre, fiera, porterò dentro.

Sabato, 16 Luglio, 2016 - 00:07