Calci e pugni nell'atrio della Scuola Media 'Giovanni XXIII'

La incredibile storia di un minorenne rumeno di cui nessuno sembra volersi occupare. Il racconto di Bruno Dollorenzo

I ragazzi che giovedì mattina dopo le ore 8:25 hanno varcato l’ingresso della Scuola Media Giovanni XXIII hanno assistito ad una scena per loro certamente inusuale. Un  Vigile Urbano aveva immobilizzato un ragazzo piuttosto alto e robusto che tentava continuamente di divincolarsi. L’intervento dell’agente della Polizia Locale di Galatina si era reso necessario per impedire che  il giovane  colpisse i presenti con calci e pugni. Si trattava di un minorenne (M.G.V.15 anni) di origine rumena ospite da tre giorni della Casa Famiglia ‘L’Aquilone’.
“Quando mi hanno avvertito di quello che stava accadendo sono accorso subito in via Corigliano – racconta Bruno Dollorenzo, direttore pedagogico della Comunità di via Montegrappa- ma non avrei mai potuto immaginare quello che dopo sarebbe accaduto”.
Da una prima ricostruzione sembra che il Vigile, che era di servizio  davanti alla scuola, sia intervenuto dopo aver sentito delle grida concitate provenire dall’interno dell’istituto. Ha pensato subito a bloccare il ragazzo, in evidente stato di agitazione psico-motoria, e intanto qualcuno ha chiamato il 118. I sanitari lo hanno sedato e, in ambulanza, lo hanno trasportato all’Ospedale di Casarano accompagnati da Dollorenzo.
La sera prima il giovane rumeno, intorno alle 21, si era sentito male accusando un forte dolore al petto. Il responsabile della comunità aveva fatto intervenire il 118 ed era rimasto con lui fino a mezzanotte nel Pronto Soccorso del “Santa Caterina Novella”. La mattina dopo il ragazzo, a quanto sembra, è uscito dalla Casa Famiglia per seguire l’educatrice (che stava accompagnando a scuola altri ospiti dell’Arcobaleno)  a cui era stato affidato fin da lunedì. Non si sa che cosa gli sia passato per la mente quando è arrivato davanti all’edificio della Giovanni XXIII.
I medici del ‘Ferrari’ per ricoverare M. G.V.  hanno chiesto la consulenza dei colleghi del Centro di Psicoterapia dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Lecce. Il ragazzo è stato caricato di nuovo in ambulanza e, sempre accompagnato da Dollorenzo, è stato portato all’ospedale ‘Vito Fazzi’. Qui i medici  lo hanno visitato ma non hanno ritenuto di disporre il trattamento sanitario obbligatorio.
Riportato al ‘Ferrari’, il ragazzo sarebbe stato dimesso se, a quanto sembra, Dollorenzo non avesse perso la pazienza. “Ho capito –racconta- che tutti si stavano lavando le mani. Quel ragazzo non ha nessuno. Di certo ha vissuto un’esperienza di affido ad una famiglia calabrese. Non so come sia arrivato all’Adelfia di Tricase. Sono loro che, un mese fa,  mi hanno chiesto di tenerlo nella mia casa-famiglia e lunedì me lo hanno mandato. È un minore e ha un tutore che dovrebbe occuparsi di lui”.  
La situazione a Casarano, ad un certo punto, a quanto sembra, è diventata talmente incandescente da richiedere l’intervento dei Carabinieri per sedare gli animi. Solo grazie ai buoni uffici di Ada Luzza, Presidente del Tribunale dei minori, raggiunta telefonicamente da Dollorenzo, i sanitari casaranesi si sarebbero convinti a ricoverare nel loro reparto M. G. V.. Non è nota la diagnosi ma sembra che il povero ragazzo abbia sintomi di oligofrenia e crisi epilettiche.

Sabato, 25 Maggio, 2013 - 00:07

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