Bimbo di cinque anni in coma dopo un'otite
Ore di angoscia per il bambino di 5 anni che domenica, dopo aver manifestato convulsioni e febbre, è stato trasportato in coma alla Pediatria del “Vito Fazzi” e subito trasferito in Rianimazione. Il responsabile del reparto, Carmelo Catanese, non nutre molte speranze. «Il bambino è in coma profondo - fa sapere afflitto - E le speranze sono ridotte quasi al nulla. La prognosi è riservatissima».
Poi spiega le cause della patologia fulminante. «Si tratta di una meningite causata da “streptococcus pneumoniae”, una forma, per fortuna, non infettiva». Più in là il primario di Rianimazione non va.
Fa sapere soltanto che il bambino risulta regolarmente vaccinato contro l’infezione pneumococcica.
Particolarmente colpita dal drammatico evento anche il direttore generale della Asl, Silvana Melli che ha potuto solo commentare con mestizia: «Che peccato… è stata una sfortuna. Solo un miracolo lo può salvare».
«Purtroppo la meningite da pneumococco – spiega Anacleto Romano, primario di Malattie Infettive del Fazzi – ha una percentuale di mortalità molto elevata. Il bambino ha contratto la stessa infezione della donna trentenne leccese morta appena due settimane fa. E’ stato isolato lo “streptococcus pneumoniae” che in questo periodo invernale può portare polmoniti, otiti e complicanze».
Infatti la tragedia che si è abbattuta sulla famiglia leccese è partita da un banale mal d’orecchi del piccolo. «Ed è attraverso l’otite – spiega l’infettivologo – che il batterio in qualche caso può raggiungere le meningi».
Che possa essere stata l’otite a trasferire lo pneumococco alle membrane cerebrali, lo conferma anche il dottor Catanese. «In un soggetto immunodepresso, come potrebbe essere il bambino – spiega – una normale otite può dare questo tipo di patologie. Come d’altronde è successo con la giovane donna morta recentemente di meningite, alla quale mancava la milza e quindi era immunodepressa».
Da qui l’invito dei medici ai genitori, in questo periodo di freddo, di polmoniti e di mal d’orecchi, di non sottovalutare le patologie, anche le più comuni.
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