Basta con il "dehor"! Ben venga lo "spazio esterno di un pubblico esercizio"
Caro Dino,ho letto con molto interesse l'articolo pubblicato da Galatina.it, nel quale si comunicava l'entrata in vigore del regolamento comunale che disciplina i DEHORS. Sono d'accordo quando si disciplinano rami importanti della nostra quotidianità. Perchè dove non ci sono regole, qualcuno potrebbe eludere alcuni principi di compostezza e rispetto dei vicini.
Quindi ben vengano le regole, mi auguro però che prima di emanarle si sia fatto un confronto con i diretti interessati. Ma non è di questo che vorrei parlare, ma da come sono stati definiti questi spazi esterni dei pubblici esercizi, e cioè con la parola francese: DEHORS. Mi chiedo se non sia il caso di abbandonare questo linguaggio influenzato dal francese e dall'inglese a scapito della nostra lingua. Credo che sia saggio usare il nostro bel italiano.
Non è una considerazione nostalgico-fascista, difatti il regime emanò leggi contro le contaminazioni straniere dell'italico, ma ci sono i fatti a comprovare che le lingua d'oltralpe e d'oltremanica stanno colonizzando l'italiano. Soprattutto negli ultimi 4 anni c'è stata un'impennata.
Al Parlamento europeo ormai i nostri politici devono parlare in inglese per poter essere ascoltati. In Italia la politica ci mette del suo, invece di cautelare la nostra lingua dà nomi alle leggi in inglese: pensiamo al job act (la legge che ha rivoluzionato la regolarizzazione dei contratti di lavoro), alla spending review (taglio alla spesa pubblica) e ultimamente alla stepchild adoption (adozione del figlio del compagno o della compagna).
Se fossimo tutti d'accordo, ritornando al nostro giornale con l'articolo di domenica, il titolo direbbe così: "Regolamento comunale che disciplina gli spazi esterni dei pubblici esercizi". Non suona meglio? Forse suona meno figo ma secondo me più caratterizzante, più italiano.
Non di meno è la messa al bando del dialetto. Mia moglie mi rimprovera spesso che spesso, parlando con gli amici e i conoscenti, faccio uso del dialetto galatinese.
Credo che parlare solo in italiano stando con gli amici, sia come mantene le distanze. Il dialetto è una lingua più confidenziale, più calda ed è parte della nostra identità. Ascoltando i dialetti si capisce la provenienza, il territorio e anche il paese di provenienza di chi parla.
Quindi difendiamo il nostro italiano e soprattutto non abbandoniamo il nostro dialetto, nel rispetto delle nostre radici e del nostro essere.
In uno scritto di Pirandello del 1898, c'è questa frase: di una data cosa la lingua ne esprime il concetto, della medesima cosa il dialetto ne esprime il sentimento.
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