Assegnare ad Andrea Ascalone il premio Beniamino De Maria 2020

A cinque anni dalla scomparsa è ancora vivo il ricordo dell'"Artigiano di cultura" caro anche a Mario Capanna

“Ora, una volontà che ho educato con amore d’artista, sosterrà due gambe molli e due polmoni stanchi. Riuscirò” (Ernesto Che Guevara). Lì, in piedi, fiero come un condottiero, Andrea Ascalone sembra quasi “presidiare” il suo vecchio forno, e controllare, attimo dopo attimo, la giusta cottura dei pasticciotti, la giusta doratura delle sue più famose creature. Con dedizione, pazienza e fatica, sacrificio e coerenza, lì in piedi a difendere la tradizione, la sua, quella che, dal 1745 - tra narrazione e leggenda - orgogliosamente è un po’ anche la nostra: una storia che ha superato le mura di questa operosa e bellissima città per spingersi oltre la provincia, fino quasi ai confini del mondo. Ed ancora lì, in piedi, fiero ed elegante accanto a quel vecchio forno, lo vogliamo immaginare, in quello stesso luogo che lo ha visto indiscusso protagonista per decenni. “Artigiano di cultura” così lo definì Mario Capanna, scrittore ed ex parlamentare. Ogni qualvolta si sia trovato in visita a Galatina per la presentazione dei suoi libri, la pasticceria Ascalone è stata sempre una meta fissa e irrinunciabile. La conversazione con il maestro Andrea era d’obbligo e spaziava tra riflessioni intrise di saggezza e tanti divertenti aneddoti, fino all’inevitabile discussione finale sui massimi sistemi, che si concludeva con l’amara constatazione di una società non più a misura d’uomo.
Pensando a quegli incontri, ancora oggi ci si chiede chi dei due abbia insegnato e testimoniato più di quanto abbia rappresentato. Ma quella storia, ora, forse merita una riflessione ulteriore sul significato ed il valore per questa città. E l’occasione è data proprio da quella lastra di marmo che si può apprezzarsi nel fresco atrio di Palazzo Orsini e che reca, scolpiti, i nomi personalità, uomini e donne che, nel tempo e per ragioni differenti, si sono distinti, ciascuno nel proprio ambito, e tanto hanno dato alla nostra comunità, interpretandone i valori.
A cinque anni dalla sua scomparsa sarebbe bello, quasi doveroso scolpire su quel marmo bianco il nome di Andrea Ascalone, omaggio alla difesa di tre secoli di tradizione, che molto sta dando alla nostra città ed alla sua cultura e che, meglio di ogni altra, interpreta la dedizione al lavoro delle donne e degli uomini di questa terra e rappresenta un inno alla coerenza che spesso chiede enorme sacrificio. E siamo sicuri che, di tanto, sarebbe fiero anche l’Onorevole Beniamino De Maria.

Martedì, 11 Agosto, 2020 - 00:07

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