Andiamo a comandare

Dedicata ad un venticinquenne che non conosco

Parti da casa che è già tardi e tanta gente già dorme. Punti dritto verso quel posto, quel luogo, quella discoteca di cui si è parlato in spiaggia tutta la mattina. Dici no a quel ragazzo del Senegal che ti vuole vendere qualcosa e via anche a tutti gli altri che sono in fila e che man mano ti chiedono se vuoi qualcosa dei loro prodotti.
Entri e sei stordito, c’è musica a palla, si comincia a comunicare con gesti.
Stai poggiato col gomito sul bancone del bar della discoteca per un’ora a guardare e osservare intorno, firmato, pettinato e tatuato. Hai davanti a te un bicchiere pieno di ghiaccio e da chissà che. E poi chiedi un bis e poi un altro ancora. E’ leggero.
Poi scendi in pista e vieni via dopo un’ora grondante di sudore cercando uno spazio aperto e ventilato per far asciugare la camicia.
Sono le 4,00 del mattino, ancora è presto, un drink con la comitiva, qualche battuta che non sente nessuno, un giro per la discoteca e via di nuovo in pista a mettere a bagno la camicia che nel frattempo stava asciugando.
Il caldo, i “bicchierini” e il ritmo della musica, fanno di te un’altra persona, a vederti non ti riconoscerebbe nessuno. Il giorno prima eri in giacca e cravatta, una persona seria e tranquilla, stasera invece se un diavolo scatenato, una furia. Ti diverti.
Qualcuno stramazza a terra, qualcun altro vomita dietro l’angolo, insomma la festa continua come un gran “carnevale”.
C’è gente partita da chissà dove per non perdersi la serata, magari ha provato in anticipo passi e mosse ed ora è in pista a ballare, cantare e urlare con tutto il fiato che ha.
Un DJ d’eccezione, più brillo dei ballerini che gli girano intorno, ti fa alzare e poi abbassare le  mani in continuazione, come fossi in palestra e tutti quanti a ubbidire ai suoi comandi in un contesto di allegria, di euforia  e di un divertimento che ha il sapore del nulla.
Da una parte all’altra della discoteca, per la strada, sulla spiaggia, si solleva forte un grido travolgente, emozionante, intelligente: ANDIAMO A COMANDARE. Un grido che  dà la carica e qualche brivido, un grido quasi commovente, toccante.
Vorresti che la serata non finisse mai, son già le 6,00 del mattino, si comincia a uscire dalla discoteca ma non per andare a casa. Si fa un giro in centro, guida il meno brillo, e che Dio la mandi buona.
Dell’alba straordinaria che sta nascendo, dei suoi colori e delle sue luci, non è interessato nessuno. Interessa, dopo le fatiche notturne, un buon cornetto caldo o forse riscaldato e l’ ultima bevuta di saluto.
Entri in casa alle 7:00 e, di sicuro, non senti  il respiro di sollievo dei genitori che come te hanno perso la nottata.
Finirà l’estate, finalmente finirà tutto il casino, riprenderà la scuola, il lavoro, si tornerà alla normalità, l’estate sarà solo un ricordo, un racconto.
Arriveranno le prime piogge, poi il cielo si farà sempre più grigio e più triste e un giorno ti sentirai dire da qualcuno:  “ E’ ARRIVATO IL FREDDO”.
Finalmente.

Sabato, 20 Agosto, 2016 - 00:06