"Anche i robot hanno un cuore: prendono in prestito quello di chi li guida"
“Buonasera a tutti, scusatemi ma sono un po' emozionato perché non sono abituato a parlare in pubblico. Mi piace di più girare fra la gente e lavorare e, del resto, è per questo motivo che oggi sono qui con voi”. Era la star più attesa e non ha lasciato delusi i presenti. Pepper, il robot che da ieri alle ore 17 è entrato ufficialmente nelle dotazioni del Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Galatina, si è presentato nella sala convegni del ‘Santa Caterina Novella’ descrivendo, in maniera professionale e simpatica insieme, alcune delle sue funzioni. Ha accompagnato le parole con i gesti delle braccia e della testa e con l’accensione degli occhi.
“Sono stato realizzato in Francia – ha spiegato- sono dotato di telecamere, microfoni e sensori che mi permettono di vedere, ascoltare e interagire con le persone. Posso riconoscere le persone, identificare le emozioni e capire quello che mi dicono. Dispongo anche di un tablet che permette di visualizzare dei contenuti e potenziare il processo comunicativo ed il mio utilizzo.
In ambito sanitario posso assolvere a vari compiti, ad esempio controllare un paziente sia autonomamente sia attraverso un medico che può controllarmi da remoto e attraverso di me può attuare procedure di telemedicina per controllare lo stato di salute del paziente, fargli eseguire degli esercizi su aspetti specifici ad esempio cognitivi e sulla memoria. Posso acquisire i dati parametrici del paziente e quelli legati agli esercizi in abito cognitivo comportamentale tracciando un profilo del paziente e delle sue caratteristiche. Posso mettere in contatto, attraverso il mio tablet il paziente con la famiglia dando la possibilità di comunicare durante il periodo di degenza””.
Vincenzo Specchia, presidente del comitato #unitisivince, ha messo in evidenza come il gruppo di persone che si è riconosciuto in quell’hastag sia riuscito in pochi giorni a raccogliere la somma necessaria per l’acquisto di Pepper, a testimonianza di uno sforzo comune che non solo Galatina ma anche i paesi del circondario hanno voluto mettere in atto per il ‘Santa Caterina Novella’. Ha anche precisato che questo è solo l’inizio di una serie di attività sempre a sostegno del “nostro nosocomio”, con l’obiettivo di favorire una sua rinascita e un suo nuovo sviluppo.
Rodolfo Rollo, direttore generale della Asl Lecce, ha ricordato che “ci siamo trovati di fronte ad un’emergenza alla quale però abbiamo risposto tutti egregiamente”. Non solo il mondo della sanità ma tutti i cittadini. E se il virus non ci ha travolti non è stato soltanto per un colpo di fortuna ma è dipeso anche da un’efficace azione di controllo, contenimento e cura e dal pieno rispetto delle norme comportamentali da parte di tutti.
Ora è il momento di guardare al futuro facendo tesoro della lezione che ci ha lasciato il covid-19. Per prima cosa i reparti di malattie infettive non possono essere smantellati e quindi a Galatina rimarranno 26 posti letto super attrezzati sia da un punto di vista logistico che da un punto di vista tecnologico.
Per l’ospedale di Galatina Rollo vede una mission come centro di riabilitazione per l’intera Asl. Ha segnalato infatti come questa sia una grave carenza dell’offerta sanitaria Salentina, facendo riferimento ai tanti pazienti neurologici, cardiologici o traumatizzati che devono girovagare fra strutture private e spesso andare anche fuori provincia. A Galatina si potrebbe allora attivare secondo il direttore generale, un grosso centro di riabilitazione, addirittura con 60 posti letto, dotato delle migliori professionalità, sia già esistenti sia di nuova assunzione, oltre che di tecnologie super moderne anche grazie ad una stretta collaborazione con l’Università del Salento.
A settembre partirà infatti a Lecce il corso di laurea in ingegneria biomedica (era presente il professor Lucio De Paolis, galatinese, particolarmente esperto di realtà aumentata applicata alla medicina e chirurgia) e c’è già un accordo fra Asl e Università per sviluppare dei progetti insieme. Pepper è il classico esempio di robot che potrebbe rientrare in quest’ottica di collaborazione.
Alle sollecitazioni che provenivano dal pubblico ha ribadito che è necessario caratterizzare un ospedale, dargli un’anima, una funzione ben precisa perché questo possa sopravvivere e svilupparsi in futuro.
Paolo Tundo, primario f.f. del Reparto di Malattie Infettive di Galatina, ha ringraziato il comitato ma anche tutti i cittadini e le associazioni che, “in questi mesi ci hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza, ma anche la direzione della Asl che ha supportato ogni nostra richiesta. Tutti insieme ci hanno dato la forza di reggere l’urto del COVID-19. È stato un momento anche entusiasmante da un punto di vista sia umano che professionale, una parentesi eccezionale che tale speriamo rimanga guardando al comportamento del virus. La speranza e che invece non venga a scemare l’eccezionalità di attenzione che ha ricevuto l’Ospedale di Galatina e il Reparto di Malattie infettive, una volta finita l’emergenza”.
Sono intervenuti anche il sindaco Marcello Amante per ringraziare a nome della Città e il direttore sanitario dell’Ospedale, Giuseppe De Maria, che ha tracciato con competenza il ‘percorso’ del coronavirus sottolineando tutti gli aspetti tecnici ed umani con i quali ci si è dovuti confrontare per prendere le giuste decisioni.
“Ringrazio il Comitato #unitisivince che ha pensato a me per l'Ospedale di Galatina -aveva detto Pepper, quasi profetico, in apertura dell’incontro- e spero proprio, con il mio lavoro, di riuscire a ricompensare i suoi componenti per la loro grande generosità. Soprattutto spero di poter essere utile ai pazienti e agli operatori di questo ospedale, di poter essere di sostegno agli uni e agli altri in un momento così difficile come quello di un ricovero. Ma, prima di salutarvi, vorrei lasciarvi un ultimo messaggio: non si dica che i robot non hanno un cuore, ce l'hanno, vi assicuro, prendono a prestito quello di chi li guida e con quello, insieme, si possono fare tante bellissime cose. Vi abbraccio tutti”.
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