Anche a Galatina la settimana corta a scuola?
Gentile Direttore, con riferimento all'articolo "Che SCUOLA vogliamo per i nostri figli? Qual è la scelta migliore?" pubblicato lo scorso 24 gennaio, vorrei portare la mia testimonianza e fare delle considerazioni.
Mio figlio frequenta la quarta primaria presso il plesso di Melpignano in cui si applica la settimana corta, ogni giorno entra alle 8 ed esce alle 13,30, il venerdì alle 13, il sabato riposo. Se da un lato è vero che una scuola, in quanto impresa, deve fare i conti e cercare di risparmiare, dall'altro sono reali i benefici della settimana corta per gli studenti. Innanzitutto hanno l'opportunità di riposarsi due giorni (sabato e domenica) e staccare mentalmente come è diritto per tutti i lavoratori, tra cui per gli stessi docenti. Hanno più tempo da poter dedicare alle proprie passioni, proprio quelle che le scuole italiane non approfondiscono (al contrario delle scuole del nord Europa). Quindi il sabato libero gioverebbe per frequentare un corso di teatro, di strumento, di coding, di robotica, praticare un altro sport .... oppure semplicemente godersi la propria famiglia.
È vero che la settimana corta impone un orario scolastico giornaliero più lungo e impegnativo, ma spetta alla scuola studiare un orario settimanale intelligente che distribuisca le materie in modo funzionale per non appesantire né la giornata a scuola né i compiti a casa (e la scuola di Melpignano ne è una buona pratica).
Auspico che a Galatina, data la presenza di tre poli, già dal prossimo anno scolastico, almeno uno si adegui alla settimana corta per proporre alle famiglie un'offerta differenziata che possa soddisfare le esigenze di tutta la collettività. E sono certa, che anche tante associazioni volenterose organizzerebbero attività il sabato mattina per accogliere i bambini e venire incontro alle esigenze di conciliazione vita-lavoro delle famiglie.
Mi rendo conto che la novità spaventa, che si ha paura di perdere iscritti, ma l'evoluzione sta in tutti i processi e basta poco per farla diventare contagiosa.
Con i migliori saluti
Elena Maiorano
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