"Anche in appello riconosciuta la mia innocenza"
“Ho atteso con grande serenità e accolto con gioia la sentenza d’appello che riconferma quella di primo grado. Assolto perché il fatto non sussiste. Sei anni e quintali di carta per accertare che le accuse erano prive di fondamento. E alla luce di questa sentenza spero che coloro i quali hanno scritto la sceneggiatura di questa commedia riflettano sul significato di Verità e Giustizia ma soprattutto su quello di Onestà intellettuale. Anzi, credo che dovremmo farlo un po’ tutti, chiederci come sia possibile perseguire per sei anni una persona innocente soltanto perché avversa al sistema. È un interrogativo che la società civile dovrebbe porsi. Per quanto mi riguarda continuerò a vivere come ho sempre fatto, alla luce del sole, dicendo quello che sento, accogliendo le conseguenze del mio agire con la tranquillità di chi non ha scheletri nell’armadio.”
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