Amante a muso duro contro Ria

Marcello Amante risponde all'intervento di Lorenzo Ria che pubblichiamo sotto: "Le recenti dichiarazioni di Lorenzo Ria in merito al documento sottoscritto da me e da alcuni altri amministratori del Salento, e che in questi giorni sta riscontrando attenzioni e adesioni, sembrano chiarire più delle nostre stesse parole il senso della differenza tra il vecchio e il nuovo modo di intendere la politica. Tralasciando il fatto che il consigliere comunale di Lecce ci tacci di “pretenziosità e di arroganza”, tralasciando anche il fatto che parli del nostro come di “modo personalistico e protagonistico di intendere la politica”, tralasciando tutto ciò appare evidente come l’ex onorevole Ria non riesca proprio a comprendere che non vi è nessuna necessità che una lista civica faccia una scelta di campo, perché la sua scelta di campo l’ha già fatta e si chiama “territorio”. A concetti vecchi come quello del “posizionamento politico” ovvero del “con chi ti schieri” le liste civiche, rappresentative del territorio, preferiscono l’aspetto programmatico del “per fare cosa ci mettiamo insieme”. Se la logica è questa, la formazione delle coalizioni nazionali ci interessa sicuramente molto meno rispetto al contenuto della proposta politica rispetto al territorio, che noi liste civiche abbiamo saputo rappresentare in questi ultimi anni certamente più e meglio rispetto ai partiti tradizionali e che, ci sia consentito ricordarlo, i cittadini del Salento hanno dimostrato di apprezzare e premiare elettoralmente anche nelle maggiori città. Per cui i nostri appelli non corrono assolutamente il rischio di “scadere nel qualunquismo e nel populismo” perché l’aderenza della nostra azione politica e amministrativa alle esigenze delle nostre comunità la misuriamo giorno per giorno, atto per atto, iniziativa per iniziativa. E’ invece la politica partica che sembra aver perso completamente tale aderenza e preferisce rincorrere somme algebriche, che spesso si rivelano inesatte e che, comunque, sono sempre infruttifere per il territorio.
L'intervento di Lorenzo Ria
"Ho avuto modo di leggere, in questi giorni, il documento sottoscritto da Alessandro Delli Noci, Andrea Pulli, Antonio Tondo, Marcello Amante e Pippi Mellone. Documento in cui, partendo dalla convinzione che "i partiti non siano in grado di rispondere alle esigenze del territorio", lanciano l'idea, in vista delle prossime elezioni politiche, della "costruzione di un programma di idee per il territorio, che sia trasversale e che individui degli obiettivi oltre la destra ed oltre la sinistra e a favore della comunità salentina".
Intervengo nel dibattito aperto da questo documento, e lo faccio da consigliere comunale, e da iscritto al Partito Democratico, con il solo obiettivo di fornire una riflessione libera e costruttiva.
Devo dire, innanzitutto, di non condividere il tono del documento, che appare caratterizzato da un atteggiamento pretenzioso e quasi arrogante (e lo testimonia l'uso, per ben due volte, del verbo "pretendiamo"), che per nulla, a mio avviso, si confà ad un'idea di politica intesa come servizio, ma si addice più a un modo personalistico e protagonistico di intendere la politica.
Venendo al merito, pur condividendo alcuni punti del documento, quali la necessità di ridare centralità ai cittadini e al territorio, di valorizzare la militanza e il radicamento sul territorio, tuttavia non comprendo e non condivido le conclusioni cui si giunge, nel momento in cui si chiede il superamento della destra e della sinistra in favore di soluzioni trasversali.
Mantenendoci già su un livello locale, appare difficile ipotizzare liste civiche che non siano caratterizzate politicamente. Le liste per quanto civiche, espressione della società civile e dei movimenti del territorio, devono comunque fare una scelta di campo. Si prenda, ad esempio, il caso di Lecce: come Partito Democratico, con l'orgoglio di appartenere ad una storia e di avere un'identità, convinti dell'importanza del ruolo dei partiti strutturati, abbiamo contribuito a fondare una coalizione di centro-sinistra, insieme ad altre forze, seppur civiche, comunque collocate ideologicamente nell'alveo del centrosinistra. Coaliziomone alla quale, poi, in occasione del ballottaggio, si sono apparentate delle formazioni civiche.
A maggior ragione, inserendosi in un dibattito politico nazionale, in cui le coalizioni sono evidentemente caratterizzate ideologicamente, e portano avanti diverse visioni di società, di Stato, di governo, di politiche pubbliche, basate su precisi principi e valori, occorre dire chiaramente dove ci si colloca e a chi ci si rivolge.
In questo momento si sta delineando chiaramente lo scenario delle prossime politiche, in cui - accanto al Movimento 5Stelle, si stanno, seppur a fatica, costruendo le coalizioni, caratterizzate da ben determinati quadri valoriali: una di centrodestra, una che fa riferimento ad un centrosinistra largo e inclusivo, ed una che si riconosce in una sinistra più radicale.
In questo quadro, sicuramente utile e ben accetto è il contributo di chi proviene da esperienze amministrative locali e da movimenti territoriali, purché si abbia il coraggio e la trasparenza di dire ai cittadini con chi si sta e con chi si vuole condividere questa esperienza, altrimenti si corre il rischio di lanciare appelli sterili e generici, scadendo palesemente nel qualunquismo e nel populismo".

Mercoledì, 29 Novembre, 2017 - 00:07

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