Altari senza sorrisi
Quattordici chiese aperte fino a tarda notte. Tante persone che si accalcano per entrare (soprattutto nelle cinque intorno a piazza San Pietro). Un'intensa luce centrale illumina su ogni altare della reposizione Cristo - Eucaristia. Un rapido segno di croce un pater-ave-e-gloria fissando affascinati i germogli di grano e la scenografia che accoglie il tabernacolo. Le scene, i saluti, gli abbracci sono quelli di sempre. Quest'anno però manca qualcosa. Sono quasi scomparsi i sorrisi. Non c'è molta gioia in giro. La tradizione sembra vincere sulla speranza e sulla fede.
Giovedì Santo per i cattolici è un giorno fondamentale. Il Cristo, duemilatredici anni fa, compì un gesto clamoroso. Spezzando il pane disse ai suoi discepoli "questo è il mio corpo". Da allora chi ha fede sa che sotto le specie del pane e del vino c'è il Figlio di Dio fatto Uomo. Nel tabernacolo, sugli altari adornati di fiori e illuminati non c'è, dunque, il corpo di un uomo morto ma una "persona viva" che ha creato la Chiesa Universale. Merita un sorriso, nonostante tutto.
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