"Alcune precisazioni sulla vicenda del bambino diabetico frequentante il Polo 1 di Galatina"

Interviene la Responsabile del Centro Antidiabetico Pediatrico Provinciale presso l'Ospedale "Francesco Ferrari" Casarano

Gent.mo, a seguito delle dichiarazioni della dott.ssa Anna Antonica, da Lei pubblicate in data 13/05 u.s., intervengo, obtorto collo, per precisare quanto segue. 1) La dottoressa ha il mio numero di cellulare ed il mio indirizzo email fin dalle h. 11.20 del 23/04 u.s., ossia il giorno in cui il bambino, con regolare certificato medico compilato dal suo pediatra di famiglia, è stato accompagnato a scuola per riprendere le lezioni.
2) A quell'ora avevo già inviato i documenti, necessariamente standard, sulla falsa riga dei quali si sarebbe dovuta, nei giorni seguenti, improntare la discussione (tra personale scolastico e diabetologo pediatra), riguardante il reinserimento del bambino a scuola e le modalità per affrontare le emergenze, comprese quelle gravi (ipoglicemia con perdita di conoscenza), in attesa dell'arrivo dei genitori o dell'ambulanza del 118. Precisamente, alle 11.20 del giorno del rientro del bambino la scuola disponeva: a) del del documento strategico d'intervento integrato per l'inserimento del bambino con diabete in contesti scolastici (documento nato nel 2013 dalla collaborazione tra Ministero della Salute, Ministero della Pubblica Istruzione ed AGD Italia, ossia il coordinamento delle principali associazioni italiane di genitori di pazienti diabetici);  b) di una guida rivolta agli insegnanti, redatta da una delle più importanti associazioni di genitori di pazienti diabetici, (Associazione per l'Aiuto ai Giovani Diabetici, di Parma); c) di una mia guida per il personale scolastico, in cui è predisposto uno spazio dove riportare i numeri di telefono del Centro Antidiabetico Pediatrico Provinciale dove io lavoro, il mio personale (ribadisco, già in possesso della scuola) e quello del pediatra di famiglia, oltre quelli dei genitori (dati che chiaramente sarebbero stati riportati in occasione dell'auspicato incontro con il personale scolastico).
3) Nessuno, in nessuna circostanza,  ha parlato della necessità di una somministrazione endovenosa del farmaco salvavita (ossia il glucagone) che si adopera nei casi di ipoglicemia con perdita di conoscenza. Piuttosto, è stato precisato, anche per iscritto e sotto la mia personale responsabilità, che il farmaco in questione, se si rende necessario doverlo adoperare (ipoglicemia grave con perdita di coscienza), può essere somministrato sottocute o intramuscolo, e che una eventuale somministrazione accidentale in un capillare, e quindi nel sangue, non provocherebbe alcun danno al bambino, essendo la via endovenosa una delle possibili vie di somministrazione del glucagone, ma che, ribadisco fermamente, qui non era assolutamente richiesto di mettere in pratica.
4) Eventuali alimenti che il bambino dovrebbe assumere (i grissini, pane e fette biscottate  a cui si riferisce la dottoressa)  sono forniti dalla famiglia stessa (si trovano nello zaino del bambino), e sono quelli di cui il bambino si nutre abitualmente. Insomma, ci pensa la famiglia a rifornire lo zaino degli alimenti adatti a lui.
Colgo l'occasione per precisare che non si chiede a nessuno, nelle ore scolastiche, di occuparsi della somministrazione di insulina ai pasti. Cosa questa assolutamente in carico ai genitori, della quale sarebbe possibile incaricare solo  personale infermieristico appositamente istruito, e che comunque nel caso di questo bambino non è necessaria nelle ore scolastiche.
Questo è quanto dovevo, per amore di verità.
Cordiali saluti
Giuliana Cardinale
Responsabile del Centro Antidiabetico Pediatrico Provinciale c/o Ospedale "Francesco Ferrari" Casarano (LE)

Lunedì, 14 Maggio, 2018 - 20:01