Al 'Vito Fazzi' asportato un tumore dell’occhio attraverso il naso

Da circa cinque anni le Unità operative di Neurochirurgia ed Otorinolaringoiatria del Vito Fazzi di Lecce, dirette dal Dott. Alessandro Melatini e dal Dott. Antonio Palumbo, collaborano nella gestione delle patologie complesse della base cranica anteriore, utilizzando il naso come corridoio d’ingresso al cervello. Ciò che unisce le due branche specialistiche è sia l’anatomia di confine costituita dalla base cranica che la tecnica endoscopica trans-nasale.
La tecnica endoscopica permette di raggiungere zone profonde con una invasività minima ma anche e soprattutto con un eccellente controllo visivo dell’anatomia e della malattia da rimuovere. Numerose sono state le patologie trattate negli ultimi anni in collaborazione fra le due Unità, a partire dai più frequenti tumori (‘adenomi’) della ghiandola ipofisi, alcuni selezionati meningiomi, craniofaringiomi, fistole rino-liquorali, meningoencefaloceli, tumori del naso che sconfinano nel cranio. In pari modo sono state gestite anche patologie infiammatorie dei seni paranasali con associate complicanze endocraniche e viceversa, o eventi traumatici giunti dal Pronto Soccorso.
A compendio dell’endoscopia viene usata tecnologia avanzata quale il navigatore, il doppler intracranico per l’identificazione delle arterie, la fluorescenza ed il monitoraggio della attività cerebrale Grazie a questa collaborazione interdisciplinare, nel novembre del 2019 è stato eseguito un intervento certamente non ordinario. L’equipe, formata dal Dott. Alessandro Melatini e dal Dott. Giovanni Leo Tomacelli, ha asportato un tumore dell’occhio (cavità orbitaria, per la precisione), che aveva portato il paziente ad una riduzione della vista e alla visione doppia, utilizzando il naso come via d’accesso per l’asportazione. Il tumore orbitario, di conseguenza, è stato asportato passando dal naso e da lì estratto. L’approccio endoscopico all’orbita è certamente una novità di tecnica chirurgica endoscopica e ad oggi è effettuato in pochissimi centri specializzati italiani, tra cui il Vito Fazzi di Lecce.
A sei mesi dall’intervento, il paziente è in ottime condizioni sia per la raggiunta radicalità tumorale che per l’assenza totale di complicanze. In conclusione questa è “un’arma” in più tra le tecniche a disposizione, scelte volta per volta nel briefing preoperatorio.

Domenica, 14 Giugno, 2020 - 00:04