Affreschi simbolo di un'Europa unita dalla cultura
Se si potesse riassumere una serata in una parola, per il Convegno organizzato, ieri sera al Teatro Tartaro, dal Club per l’Unesco di Galatina, nell’ambito del Terzo Weekend Orsiniano, bisognerebbe fare ricorso ad un unico vocabolo: emozione.
L’ha manifestata subito Maria Stella Calò Mariani, emerita dell’Università di Bari ed eccelsa storica dell’arte, offrendo una lettura degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, storicamente ed iconograficamente ineccepibile ma anche tesa ad offrire all’attento uditorio curiosità, all’apparenza frivole (il diavolo travestito da eretico che sgrana un abbozzo di rosario, la palma che si piega per offrire i suoi frutti al Bambino Gesù, le tre rappresentazioni della Trinità) ma intrise di storia dell’uomo e della Chiesa del XIV e XV secolo.
Ha continuato Antonella Cuciniello, giovane direttrice del Palazzo Reale di Napoli, confessandola per il fatto di parlare accanto e dopo la professoressa Calò Mariani (“Nel 2000 mentre aspettavo il mio secondo figlio andai apposta a Parma per sentire una sua conferenza”) nel raccontare, attraverso inattesi raffronti, una Basilica Orsiniana in cui si dimostra la concretezza di “un’idea di unità nazionale rispetto ad un’idea di Europa unita”. Seguirla lascia senza fiato perfino quando arriva ad indicare i criptoritratti di Giovanni Antonio e Raimondello del Balzo contenuti nell’affresco del Battesimo di Cristo. “Chi, in certi ambienti di Napoli guardava con sufficienza –dice- alla vostra chiesa voluta da Maria d’Enghien, quando si è scoperto che le 44 immagini delle famose tavolette di Stoccarda si ritrovano anche a Galatina, ha dovuto ricredersi”.
Luigi Manni, appassionato ricercatore soletano, ha illustrato i, purtroppo, degradati affreschi della chiesetta di “Santo Stefano”, facendo notare, fra tanto l’altro, il particolare modo con il quale gli ecclesiastici ritratti impartivano la benedizione “alla greca” (anulare e pollice uniti lasciando aperte le altre tre dita, simbolo della Trinità) una Madonna con Bambino che, secondo un vangelo apocrifo, si rifugia in una grotta, una Santa Tecla “che sembra appena uscita da una discoteca”, i diavoli macrofallici e il cerchio rosso sugli abiti degli ebrei (“come prescritto dalla regina di Napoli”).
“Gli ultimi destinatari dei beni culturali sono i turisti”. La perentoria affermazione di Anna Trono, docente di geografia economica e politica in Unisalento, ha riportato tutti con i piedi per terra. “Dobbiamo conoscere le nostre risorse artistiche e culturali –ha affermato- fare progetti adeguati per conservarle e farle conoscere e operare in maniera coordinata. La cultura segna il futuro di una comunità”.
“Tutti noi abbiamo responsabilità grandi –ha sottolineato Rosario Coluccia, accademico della Crusca- il degrado degli affreschi di Soleto è avvenuto negli ultimi trent’anni quindi noi non possiamo chiamarci fuori”.
Un soddisfatto Salvatore Coluccia, presidente del Club per l’Unesco galatinese, ha, in chiusura, chiamato sul palco Daniela Vantaggiato, ideatrice, da assessore della Giunta Montagna, dei Weekend Orsiniani, che ha fatto notare come qualche volta accade che le “idee crescano non solo con le persone ma continuino a vivere anche a prescindere da esse”.
Vincenzo Calignano, vicecommissario straordinario, e Graziano Vantaggiato, Sindaco di Soleto hanno consegnato a tutti i relatori una targa ricordo.
Oggi c’è grande attesa per i cortei storici previsti a Soleto per le ore 10 e a Galatina per le ore 19 (A vestire i panni di Raimondello Orsini sarà Luis).
Il programma del III Weekend Orsiniano
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