Adalgisa Romano dona la sua Lifebox alla scuola primaria di Noha
Ci sono mille modi e luoghi per farlo: comodamente seduti su di un divano, a letto prima di addormentarsi, nel silenzio di una biblioteca… e poi c’è il “Lifebox”, dove leggere può diventare un’esperienza fatta di gioco e relazione, di calde e piacevoli sensazioni per adulti e bambini, dove leggere diviene un modo per esplorare e creare il mondo e la relazione tra genitori e figli.
Martedì 15 ottobre alle 17:00 presso la scuola primaria di Noha in via Petronio appartenente all'Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina (sede della Biblioteca Giona - Presìdio del Libro di Noha e Galatina) si terrà un seminario animato per la promozione della lettura ai piccoli in cui l’artista Adalgisa Romano farà dono alla scuola della sua opera “Lifebox”.
I Lifebox sono “unità abitative che si integrano facilmente con più contesti e ambienti per viaggi interiori in utopiche speranze di radicamento,rappresentano il luogo e l’istante di riappropriazione, di riposizionamento, di radicamento dell’uomo prima di affacciarsi e tuffarsi nel villaggio globale contemporaneo, - dice Adalgisa Romano - e rappresentano un forte strumento di critica alla società contemporanea sottomessa al gioco di spinte omologanti e individualistiche. Ma soprattutto i Lifebox sono luoghi in cui attraverso il gioco i bambini possono fare esperienza di sé, del proprio corpo e dell’altro e, attraverso la relazione con un altro essere umano, attivare un senso di appartenenza a sé stessi, step necessario per imparare a volersi e a voler bene.
Il seminario intende essere un’opportunità di riflessione e di confronto per chi si occupa di approccio precoce alla lettura: insegnanti, bibliotecari, pediatri, operatori culturali che considerano il tempo della lettura un tempo utile, e poi genitori che non si stancano di leggere ai propri figli (anche quando crescono), perché leggendo e raccontando agiscono il proprio amore. All’incontro interverranno Milena Tancredi, responsabile Biblioteca dei Ragazzi-Biblioteca Provinciale "La Magna Capitanata" di Foggia - Referente regionale NPL AIB Puglia - Segretaria della sezione Puglia dell'Associazione Italiana Biblioteche; Loredana Gianfrate, Imago cooperativa sociale Lecce - membro CER AIB Puglia e dell'Osservatorio Nazionale Lavoro e Professione; Giovanna Rosato Biblioteca comunale di Cavallino (LE) - AIB Puglia - Gruppo di lavoro Biblioteche per Ragazzi e NPL - Referente per la provincia di Lecce; Paola Congedo, referente dell'Associazione Presìdi del Libro; Eleonora LONGO, dirigente dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina; Adalgisa Romano, artista-designer realizzatrice dell’opera Lifebox II, Cecilia Maffei e Antonietta Rosato - Associazione "Fermenti lattici" - curatrici della rivista trimestrale Unduetre Stella.
L’iniziativa è promossa dall’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina, la Biblioteca Giona – Presìdio del Libro di Noha e Galatina, ART and ARS Gallery di Galatina.
Adalgisa Romano, artista salentina pragmatica e utopica al tempo stesso, studia pittura, scultura, video arte e design (laureata all’Accademia di Belle Arti di Lecce). “… è strano, da tempo mi chiedevo come è nata la mia ossessione per interno/esterno, contenuto/contenitore, significato/significante. Poi ad un tratto queste splendide sfere mi invitano a seguirle nel loro viaggio in una evocazione primordiale.”
I termini Interno/Esterno sono luoghi reali e dialettici che appartengono alla vita, quindi a ciascuno, sono modalità di relazione e di funzionamento che accompagnano le azioni, dalle più semplici (respirare) alle più complesse (creare – generare – progettare), collegando quello che pur nella sua problematicità continua ad essere il punto d’incontro tra mondo e corpo, tra un minuscolo punto organico, come una goccia, e un grande contenitore, come una città.
Nelle bolle fotografate da Adalgisa Romano riluce e si riflette la solidarietà organica propria dell’uomo con i contesti di vita. Una intima seduzione, una primordiale, una archetipica relazione uomo –ambiente. L’artista salentina indaga, esprime e dipana nel suo variegato percorso di ricerca, nell’utilizzo di molteplici mezzi espressivi che spaziano dai linguaggi tradizionali dell’arte a quelli multimediali, un nesso profondo dell’uomo: “il suo irriducibile essere in relazione” che “in-forma” nelle molteplici opere da abitare, spazi che come lei stessa sottolinea, guardano al passato e al futuro che si integrano facilmente con più contesti e ambienti per “viaggi interiori in utopiche speranze di radicamento”, rappresentano per Adalgisa Romano il luogo e l’istante di riappropriazione, di riposizionamento, di radicamento dell’uomo prima di affacciarsi e tuffarsi nel “villaggio globale” contemporaneo. Rappresentano per Adalgisa Romano un forte strumento di critica alla società contemporanea sottomessa al gioco di spinte omologanti e individualistiche. I life box sono un prodotto a metà tra l’unità abitativa, l’elemento d’arredo e una grande valigia. Prodotti artigianalmente sono attenti alle esigenze personali del singolo committente.
L’artista salentina riconosce ed esprime nelle sue opere una domanda critica di riconoscimento/radicamento dell’uomo. Domanda che si traduce in bisogno che è spiegabile e resa più pressante dal legame che si presume esista fra riconoscimento e identità, dove il secondo termine indica, più o meno, la visione che una persona ha di quello che è, delle proprie caratteristiche fondamentali, che la definiscono come essere umano.
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