Abbattuto il gelso centenario sul tracciato della circonvallazione sud-ovest

La ditta appaltatrice: "La Provincia non ci ha detto di non toccarlo". Secondo un fitopatologo dell'Università di Bari sarebbe stato irrecuperabile

"Oggi 14 gennaio 2013 il Gelso secolare situato a Galatina in via Ugo Lisi è stato abbattuto e fatto a pezzi così come è stata fatta a pezzi ogni forma di dialogo con le associazioni e la società civile". Scrive in un comunicato Il Comitato “Galatina Libera dal Cemento”. "(...) Le associazioni denunciano la superficialità e l’insensibilità di un’amministrazione comunale incapace di mantenere ogni forma di impegno e di interessamento verso le istanze provenienti dalla cittadinanza. E pensare che più di una persona si era offerta per dare una nuova casa a quello straordinario monumento arboreo, invece, anziché trovare una soluzione congrua, come la stessa amministrazione aveva promesso di fare,(“La Provincia si è impegnata anche all’espianto dell’albero di Gelso” diceva il vice sindaco in un suo comunicato intitolato “Basta menzogne sulla tangenziale sud-ovest”), si è pensato bene di tapparsi gli occhi ed aspettare che la notizia giungesse inesorabile, così come è stato per l’apertura dei cantieri. A questo punto ci si può aspettare di tutto da chi in campagna elettorale professava i valori dell’ambiente mentre oggi piega la testa dicendo che non si può fermare un treno in corsa. Dove finisce la politica? Forse dove finisce la campagna elettorale!"
Le organizzazioni aderenti al comitato "denunciamo ancora una volta come questa grande astrusa opera non sia contraddistinta da una pubblica utilità bensì da altre logiche e interessi che spazzano via tutto ciò che incontrano lungo la loro strada, offendendo i beni comuni che sono anche i diritti di tutti i cittadini. Continuiamo comunque a tenere gli occhi puntati su questo cantiere che presenta una serie di contraddizioni impossibili da spiegare razionalmente".
"Questo è il palesarsi di una politica dei castelli di sabbia -continuano- tenuta su da traballanti bugie dalle gambe cortissime, che al primo anelito di vento va giù. Con questo ennesimo e scandaloso scempio come si potrà ancora prestare fiducia a questa orrida malapolitica fatta di spot e di certosine incapacità, tanto da non riuscire a salvare il prezioso monumentale gelso di Galatina, patriarca verde del Salento rurale, arcaico testimone vivente piantato dai nostri avi e patrimonio di tutti i Salentini, permettendone così l’immorale e ingiustificato martirio, e come sperare nel virtuoso intervento da parte di questa classe politica in una vera e urgente salvezza e tutela della Quercia Vallonea di San Sebastiano che ancora oggi attende, assurdamente, la costituzione del suo doverosissimo Parco fatto di Paesaggio Rurale e Biodiversità e non di quella velenosa colata di asfalto e cemento che progetti mortificanti, oltreché datati e superatissimi prevedono? Cerchiamo di capire fino a che punto possa spingersi la demagogia di chi professatosi “attento alla tutela dell’ambiente”, in nome di uno “Stop al Consumo di Territorio” tanto inneggiato e ostentato nelle promesse-impegni elettorali oggi sotto il rombo assordante di cingolati, benne meccaniche e motoseghe, ahinoi, ha mostrato nei fatti il pieno tradimento, senza ritegno, di tutto un territorio e di tutti i suoi cittadini basiti da tanta insensibile ottusità e devastazione".

Galatina.it ha accertato che la pianta è stata sradicata senza nessun preavviso alle autorità comunali. Nemmeno il direttore dei lavori è stato informato dell'operazione in corso. "Non lo abbiamo fatto -spiega Giancarlo Rizzo, direttore di cantiere della Rizzo Strade srl- semplicemente perché nessuno dalla Provincia (committente dei lavori, ndr) ci ha mai detto che quel povero albero non andava toccato. I lavori dovevano proseguire ed è stato necessario rimuoverlo".
Il Comune di Galatina è in attesa di una relazione di un fitopatologo dell'Università di Bari sullo stato di salute del gelso. Secondo notizie ufficiose conterrebbe una sentenza di morte per l'arbusto ultracentenario. In sostanza non sarebbe stato possibile recuperarlo.

Martedì, 15 Gennaio, 2013 - 00:09