“Una fetta di pane e un filo di olio extra vergine di oliva"
L’olio extra vergine d’oliva pugliese sarà anche quest’anno il testimonial storico della Settimana nazionale per la Prevenzione Oncologica della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) che si terrà dal 16 al 23 marzo prossimi in tutte le piazze d’Italia. Mercoledì scorso, 12 febbraio, il presidente nazionale della Lilt, il senologo oncologo professor Francesco Schittulli, è stato al Parlamento Europeo a Bruxelles, invitato dall’Unaprol e dall’eurodeputato Elisabetta Gardini, per illustrare le virtù organolettiche del nostro olio extravergine d’oliva per ridurre il rischio di sviluppare il cancro. “Occorre che ognuno di noi si alimenti in modo sano e segua semplici regole, facili azioni comportamentali che aiutino a ridurre il rischio di sviluppare la malattia – ha detto Schittulli - se tutti adottassimo corretti stili di vita, si raggiungerebbe in tempi brevi una guaribilità complessiva dal tumore di oltre l’80%. Una sana e corretta alimentazione è infatti un alleato indispensabile per la nostra salute. Come, per esempio, la “dieta mediterranea”, celebre per le sue virtù salutari, perché comprende il consumo di molta frutta fresca, verdura e cereali, pesce e soprattutto l’olio extravergine di oliva, noto per le sue qualità protettive nei confronti di vari tipi di tumore. Per questo la bottiglia d’olio extravergine d’oliva è stato eletto testimonial storico della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica della LILT”.
A Bruxelles l’Unaprol ha presentato i dati di un’indagine commissionata sul consumo di olio di oliva nel mondo. Nell’Unione Europea si concentra il 60% circa del consumo di olio di oliva mondiale, di questi risulta che il 46% degli intervistati acquista consapevolmente olio extra vergine di oliva prodotto in Europa; il 43% acquista invece olio ma non conosce se abbia o meno origine europea, mentre l’11% del campione non usa oli di oliva prodotti nella UE. Solo il 39% del campione riconosce l’olio extra vergine di oliva attraverso la lettura delle etichette; altri si lasciano suggestionare dal colore (31%), dal sapore (20%), mentre un buon 10% ammette candidamente di non saper scegliere quale olio extra vergine acquistare. Di fronte ad una etichetta di ultima generazione, che contempla l’origine obbligatoria UE in etichetta, il 48% del campione intervistato ha riconosciuto che l’etichetta era corretta. Il 42% ha dichiarato di non sapere e un restante 10% ha riferito che l’etichetta era sbagliata. “L’analisi del sondaggio - ha riferito Pietro Sandali, direttore generale di Unaprol - rileva che i programmi di promozione dell’olio extra vergine di oliva e dei prodotti agricoli in generale sono utili perché aprono il mercato a nuove opportunità per le imprese; favoriscono l’incontro tra la domanda e l’offerta di prodotti di eccellenza, agevolano il processo di integrazione dell’Unione favorendo il libero scambio dei prodotti di qualità e della conoscenza dei territori di produzione” .
“Una fetta di pane e un filo di olio extra vergine di oliva. - ha concluso l’eurodeputata Gardini - Un piatto semplice, se vogliamo povero, che rientra a pieno titolo tra i piaceri della vita. Ma l'olio d'oliva, uno dei prodotti più rappresentativi della dieta mediterranea e che fa parte della nostra storia, non ė solo un condimento. Le sue qualità terapeutiche, conosciute già da Ippocrate, vengono confermate dalle tante ricerche condotte dalle università di tutto il mondo”.
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