‘Consumi d’azzardo: alchimie, fragilità e normalità’
La cannabis continua ad essere la sostanza illegale più utilizzata, seguita da cocaina e droghe sintetiche, l’eroina torna ‘di moda’ fra i giovani. L’uso di alcol è molto diffuso, anche se i nostri studenti bevono ‘meglio’ dei coetanei europei, sia per minori quantità di alcol puro ingerite, sia per una meno diffusa tendenza al ‘binge drinking’ e alle ubriacature. Sono alcuni tra i molti dati contenuti nel volume ‘Consumi d’azzardo: alchimie, normalità e fragilità’, a cura di Sabrina Molinaro, Roberta Potente e Arianna Cutilli della Sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, che illustra i principali risultati dello studio Espad®Italia 2013.
Il libro sarà presentato lunedì 19 maggio 2014 dalle 11.30, in collaborazione con l’Asl Mi2, all’Istituto tecnico statale Argentia (Via Adda, 2) di Gorgorzola (Mi), al convegno ‘I comportamenti a rischio negli adolescenti: realtà, bisogni ed intervento territoriale’. I dati verranno illustrati anche il 20 maggio a Roma, nell’ambito dell’evento ‘A chi compete la raccolta, l’interpretazione dei dati e lo studio della parte sommersa del 'fenomeno droga?’,
organizzato dal Centro interdipartimentale di biostatistica e bioinformatica (Cibb) dell’Università di Roma Tor Vergata, nella sede centrale del Cnr (P.le Aldo Moro 7) e il 22 maggio durante ’Il fenomeno delle dipendenze in Toscana’ organizzato dall’Ars a Firenze.
“Tre studenti su quattro hanno fatto, almeno una volta nella vita, uso di droghe e/o abuso di alcol, psicofarmaci o gioco d’azzardo”, spiega Sabrina Molinaro dell’Ifc-Cnr. “Fra questi, il 17% ha già un comportamento a rischio di dipendenza: una quota in crescita. Ma a destare preoccupazione non è solo l’incremento, bensì anche la tendenza a improvvisarsi ‘alchimisti’, mescolando sostanze e principi psicoattivi con effetti sconosciuti, stimolanti, allucinogeni, smart drugs, cannabis, eroina, cocaina, etc.”.
Una buona parte degli studenti utilizza prevalentemente cannabis ma i poli-utilizzatori sono sempre di più. “Dei quasi 600 mila studenti italiani che nel 2013 hanno utilizzato sostanze psicoattive illegali, pari a un quarto di tutti gli studenti, l’83% ne ha usata una sola: nel corso dello scorso anno, quindi, i cosiddetti poli-consumatori sono stati circa 100mila, pari al 4,3% dell’intera popolazione studentesca. E un terzo di questi ne fa un uso consistente, moltiplicando i rischi associati all’assunzione”.
La cannabis, come accennato, resta la sostanza illegale più utilizzata dagli studenti: sono 580mila quelli che nel 2013 l’hanno assunta almeno una volta, fra questi più di 75mila la consumano quasi quotidianamente mentre oltre il 60% ne ha fatto uso meno di 10 volte durante l’anno.
Per la cocaina, si registra un incremento dei consumi nell’Italia centrale e meridionale, mentre al nord sono stabili dal 2005. Fra i 65.000 studenti che l’hanno utilizzata nell’anno sono circa 20.000 i frequent users, tra i quali però si registra un progressivo aumento, dallo 0,3% negli anni 2000-2006 allo 0,8% dell’ultima rilevazione. A farne maggior uso sono i ragazzi, anche se le ragazze mostrano una precoce curiosità per questa sostanza, tanto che un terzo di chi l’ha provata tra le femmine aveva tra i 14-15enni, contro il 20% dei maschi. L’eroina, pur restando una delle sostanze meno utilizzate fra i giovanissimi, sembra tornata in auge: nel 2013 ne hanno fatto uso 28mila studenti, l’1,2% e 16.000 sono frequent users. È tra questi ultimi che si evidenzia un aumento negli anni: da 0,2% del 2002 a 0,7 del 2013.
Nel 2013, infine, oltre 65mila studenti (2,8%) hanno fatto uso di stimolanti e 60mila (2,5%) di allucinogeni. Quasi 20mila (0,8%) più di 10 volte al mese, con un andamento in costante crescita, specialmente per gli stimolanti, da 0,1% del 2004 a 0,8%. La facilità di reperimento on-line caratterizza le principali novità di uso tra i ragazzi: 27mila (1,2%) studenti hanno fatto uso nel corso del 2013 di smart drugs, le droghe ‘furbe’, così chiamate proprio perché commercializzate come prodotti naturali, al confine tra legalità ed illegalità pur avendo effetti simili alle sostanze psicoattive illecite.
Inversione di tendenza per il gioco d’azzardo, ancora diffuso tra i minorenni nonostante i divieti. Nel 2013, oltre un milione di 15-19enni (44%) ha giocato somme di denaro e tra questi 152mila lo hanno fatto almeno 20 volte nell’anno. Anche qui l’on-line facilita le cose: il 9% degli studenti ha puntato tramite computer (67%) o smartphone (24%).
“Dopo un andamento di crescita fino al 2008, negli ultimi 5 anni si è registrato un calo di interesse, segno che campagne informative e interventi di prevenzione hanno sortito i loro effetti”, conclude la ricercatrice Ifc-Cnr. “A conferma della necessità di politiche di educazione e sensibilizzazione, capaci di parlare ai giovani delle sempre nuove tendenze, dando loro consapevolezza dei rischi ad esse connessi”.
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